A distanza di poco tempo dall’album Still Feeling Blue, Karen ci riprova, questa volta con un progetto più personale, più vicino agli stilemi del cantautorato raffinato, maturo, che non ha più bisogno di attingere al repertorio altrui, ma che può camminare da solo, con le proprie forze e con eccellenti risultati.
Dei dodici brani che compongono l’ossatura di questo For The Love Of The Song ben sette sono a firma della sola Karen, con i punti forza che corrispondono alle varie For The Love Of The Song (title-track con un’introduzione dolce ed accattivante), The Road Map (decorata di una suggestiva chitarra acustica solista), Howl At The Moon (caratterizzata da un incedere incalzante di chitarra, su di un cantato invece piacevolmente rilassato), la ballata essenziale di Trust In Me, la cronaca giornalistica di Flood Of ’27 (giocata sui suoni tradizionali del banjo e della chitarra acustica, con precisi riferimenti al lavoro di Rattlesnake Annie McGowan), per concludere con l’accordion di Chip Dolan che ci introduce alla dolce San Saba.
Il blues acustico di Mozo City Blues ed il divertente ad atipico swing di Say It portano la firma di Karen coadiuvata dal polistrumentista (chitarra, mandolino, batteria e voci) Marvin Dykhuis. Minimalista nei suoni e rigorosa negli arrangiamenti la prima, più spigliata ed ammiccante la econda nell’uso del fiddle (Richard Bowden) e della chitarra (Champ Hood, già collega di David Ball e del compianto Walter Hyatt nella compagine della Uncle Walt’s Band).
Completano il quadro generale la rilassata ballata acustica If I Had Any Pride Left At All, dove Karen adagia la sua voce morbida sugli altrettanto soffici arpeggi di chitarra acustica che ne caratterizzano l’introduzione; entra poi la batteria ed il brano decolla, il semi-reggae tastieristico di Back On The Chain Gang e l’improbabile boogie pianistico di Dumbest Move I Ever Made, vagamente reminiscente della Promised Land partorita dalla prolifica penna di Chuck Berry. Karen Abrahams è una realtà importante nel cantautorato texano ed è un nostro preciso must avvicinarci a lei.
Baby Head 50852 (Singer Songwriter, 1997)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 58, 2001