Strange Things, quarta prova per questo songwriter residente ad Austin, Texas, sempre più capitale mondiale del cantautorato d’autore e tanto benvoluto dalla stampa locale dall’incuriosire il recensore..
Poco conosciuto in Italia, Kirt ha esordito alla fine degli anni ’80 con una cassetta autoprodotta cui sono seguiti a regolari intervalli Standing On The Bridge (1990) e Wrinkle In Time (1993). Gode di una discreta fama locale ed è discretamente considerato tanto come autore quanto come interprete. Di stampo tradizionale, la sua musica ha solide radici nelle forme espressive del cantautorato USA anni ’70, con echi di Don McLean e John Prine.
Le sonorità acustiche che permeano il suo universo musicale sono qui rivestite di arrangiamenti elettrici per una piccola formazione che vede coinvolti, oltre al suo trio, diversi session-men di Austin.
Strange Things lo vede alternare brani elettrici, dalle gradevoli sonorità country-rock, a folk-songs più tradizionali rese ancor più intense e drammatiche dall’accompagnamento del cello. Moderno trovatore, ‘in the finest Texas tradition’, spazia tra le storie più diverse, una sorta di avventura musicale, espresse in una dimensione folk-rock non senza gradevoli accenti country, con un sound un pò datato ma sempre gradevole per la qualità della proposta, lo spessore delle songs, la ruvida ed ispirata voce con cui canta un universo musicale che ci rimane caro. La stampa del Lone Star è sempre molto benevola verso i ‘local heroes’ e anche in questo caso ha certo esagerato un pò, ma Kirt è comunque un personaggio minore in grado di offrire prove gradevoli e convincenti, non senza un tocco di nostalgia.
ZanMan ZAN 71960 (Folk, 1995)
Tommaso Demuro, fonte Out Of Time n. 10, 1995