Larry Butler - Goodbye Comes Hard For Me cover album

A partire dal lontano ed oscuro Searchin’ For Gold della metà degli anni ’70 fino ad arrivare a questo Goodbye Comes Hard For Me, Larry Butler non ha mai abbandonato il genere prettamente country che aveva caratterizzato la sua impostazione originale.
Distinto signore dai capelli bianchi come la barba accuratamente disegnata, Larry Butler vanta una pluridecennale amicizia con il guru per eccellenza del Texas country, Willie Nelson, che spesso ha prestato voce e chitarra alle sue sessions. Non così in questo album, che comunque resta più che apprezzabile, anche se coloro che cercano sonorità attuali resteranno delusi. Siamo alla presenza della quintessenza del country texano nell’accezione più tradizionale del termine: pedal steel guitar, fiddles e piano la fanno da padrone e ben sorreggono la calda voce di Larry.
Anche la scelta dei brani tradisce l’estrazione del nostro interprete: I Saw The Light, Mother Is Gone, My Heart Should Know e I’m Gonna Sing, Sing, Sing vengono dal repertorio di Hank Williams Sr., la cadenzata e nostalgica Tall Dark & Lonesome (incisa anche da Mel Tillis) porta la firma di Raleigh Squires, il gradevolissimo title track è opera di uno dei padri del country californiano, quel Tommy Collins che influenzò il grande Merle Haggard, insieme a Wynn Stewart, Buck Owens e Red Simpson, artefici del cosiddetto Bakersfield sound rispolverato poi da Dwight Yoakam che, a sua volta, aveva riportato interesse a proposito di quel classico che risponde al titolo di Honky Tonk Man, anch’esso incluso in questo album, pur non rappresentando certo uno dei momenti più alti del disco.
Il resto del materiale qui compreso scivola via leggero, fra fantasmi del passato e tanta nostalgia per un suono che oggi può apparire datato, ma che non mostra poi tutti gli anni che ha, vista l’opera di recupero portata avanti da tanti nuovi virgulti della country music, quella vera.

BSW (Traditional Country)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 70, 2003

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