“Come Laurie e molti altri che suonano e amano la musica bluegrass, non sono cresciuto in una contrada rurale del sud. Ma le canzoni nostalgiche sulla vecchia casa nei boschi e l’infanzia in quei luoghi hanno rappresentato una sorta di metafora dell’esistenza, applicabile alle mie esperienze di vita in altri luoghi”.
Meglio di così non si poteva dire sul fascino che il bluegrass continua ad esercitare su gente di città che magari non ha mai visto un fienile o un trattore. Nel presentare il nuovo album di Laurie Lewis, Neil Rosemberg fa qualcosa di piu’ di una nota informativa: racconta un mondo, oltre che rendere omaggio all’eclettica violinista-chitarrista-cantante della scena californiana.
Il titolo – Laurie Lewis & Her Bluegrass Pales – dice tutto: alla guida di una band composta di vecchi amici cresciuti nel culto di una tradizione continuamente ‘riletta’, la Lewis licenzia tredici brani (per complessivi 46 minuti) che confermano la lezione di Bill Monroe.
Per lui suonare il bluegrass era come giocare a baseball, nel senso che ciascun giocatore deve contemporaneamente svolgere un ruolo speciale e fare gioco di squadra.
E’ un pò quanto accade in questo CD essenziale e vibrante, suonato con sciolta perizia e calda sensibilità, ma senza virtuosismi inutili. Il suono risulta moderno e antico insieme, ‘californiano’ ma non devitalizzato, e anzi in piu’ di un’occasione la grinta della band dà dei punti a certi musicisti di Nashville e dintorni.
Tom Rozum al mandolino e alla voce, Todd Phillips al contrabbasso, Craig Smith al banjo, Mary Gibbons (nella vita fa la ‘criminalista’) alla chitarra d’accompagnamento e alla voce: ecco i quattro componenti del gruppo messo insieme per l’occasione, ai quali si aggiunge una Laurie Lewis in stato di grazia, specie al violino.
I brani, pur muovendosi nella tradizione, non sono mai noiosi o scontati, ma dal mazzo emergono il gospel When I Get Home, l’ecologico The Wood Trush’s Song, l’accattivante Wind At Play.
Musica semplice e complessa insieme, fatta in allegria ma trapunta di una nostalgia che talvolta strappa la commozione.
Rounder 0461 (Bluegrass Tradizionale, 1999)
Michele Anselmi, fonte Country Store n. 50, 1999
Ascolta l’album ora