Non ci siamo ancora del tutto ripresi dallo shock dell’album di esordio, e questi stakanovisti del bluegrass ci sparano fuori il numero due, e che numero due! Uguale il suono, per fortuna, uguale l’impostazione generale, molto equilibrata sulle atmosfere più diverse, meglio di prima, se possibile, il livello tecnico complessivo della band, grazie evidentemente ad un migliore affiatamento fra ‘vecchi’ e ‘ragazzini’ (incidentalmente, il bassista è già stato cambiato: bye, Marcus…).
Visto il successo di pubblico e critica riscosso dal gruppo su disco e live, però, i nostri eroi si sono guardati bene dal cambiare una virgola, e questo, ahimè, comprende anche quelli che io considero e consideravo difetti. Immagino che Lou Reid dorma sonni tranquilli nonostante queste mie critiche, ma continuo a pensare che molto gioverebbe all’ascoltatore una saltuaria abbassata di tonalità in favore di un modo di cantare meno atletico e più sensato. Oltre al fastidio per una voce costantemente tirata a rischio di sparo di tonsilla, infatti, è inevitabile notare come lo splendido timbro della voce bassa di Terry Baucom venga penalizzato dal cantare note che basse non sono di certo, solo per mantenere la voce di Reid nella ionosfera esterna.
E se per ulteriore schiaffo applichiamo questa vocalità muscolare a pezzi già un tantinello fastidiosi proprio per queste stesse caratteristiche, quali Last Train e Knockin’ On Your Door, che già mal sopportavamo fuori dalle corde vocali di Peter Rowan, non potremo essere troppo criticati se schiacciamo il tasto ‘forward’ del telecomando… Ma non fraintendetemi: i Carolina restano oggi i veri depositali del ‘Quicksilver Sound’ originale, molto più dello stesso Doyle come credo di avere già detto, e ogni singola nota suonata da loro e dagli scintillanti ospiti Bobby Hicks e Steve Wilson è in sé una piccola lezione di bluegrass, quindi non ho troppe difficoltà a superare queste critiche in favore di un godutissimo ascolto di Carolina Moon.
Raccomandato anche a voi, ovviamente.
Rebel 1712 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, 1994)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 26, 1994
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