Una nuova collana interamente dedicata alla musica del Novecento è inaugurata per L’Epos di Palermo da questi due saggi dedicati rispettivamente al ragtime e al blues, le prime forme “della conquistata identità musicale nordamericana”.
Imperdibili per gli studiosi del settore, comunque interessanti per tutti coloro che vorranno approfondire la conoscenza delle origini e dei primordi del jazz.
Due saggi, dicevamo, importanti nei contenuti e certamente non leggeri, ma scritti in un linguaggio per lo più accessibile, in forma di racconto.
Il primo volume, Dal Ragtime a Wagner – Treemonisha di Luca Cerchiari (direttore della collana), dedicato al re indiscusso del ragtime Scott Joplin, si concentra in particolare sulla storia di Treemonisha, la prima opera ‘nera’, “una composizione che spicca per la sua particolarità non solo nel quadro della cultura afro-americana, ma anche nel più ampio contesto della drammaturgia musicale”; melodramma in tre atti, considerato una straordinaria sintesi tra il folklore afro-americano e il Gesamtkunstwerk di Richard Wagner.
Nata nel 1911 ma messa in scena con tutti i crismi del caso per la prima volta – dopo il fallimento del 1915, finanziato dall’autore stesso – con oltre sessant’anni di ritardo, per opera di quel grande della musicologia jazz che fu Gunther Schuller (qui autore della prefazione), nella storia della musica del secolo scorso Treemonisha costituisce un evento più unico che raro, una composizione bellissima e innovativa, che anticipava molte successive opere per il teatro tra cui la celebre e più fortunata Porgy & Bess.
Lo scopo del libro è quello di dare una nuova e più veritiera interpretazione dell’opera, vista secondo una prospettiva etnologica e antropologica, tirando in ballo Freud e Chopin oltre ai grandi maestri del piano di inizio secolo, da Gottschalk a Jelly Roll Morton; in uno studio di ricerca delle fonti, delle questioni estetiche, del contesto musicale e sociale, dell’utilizzo nuovissimo del pianoforte nei rag di Joplin, tra l’Europa della tradizione colta (Parigi e Vienna) e gli Stati Uniti della musica nera. E in appendice il libretto integrale dell’opera.
Il secondo volume della collana, Blues On My Mind, esplora in otto capitoli “il vasto e variegato paesaggio musicale e poetico del blues, la forma-canzone più originale e duratura” del secolo passato. Dai primi anni della musica del Delta alle molteplici contaminazioni con il country e il folk, fino al jazz e al rock’n’roll, il critico e studioso Luciano Federighi analizza con perizia le tematiche della ‘musica del diavolo’, la sua struttura armonica e ritmica, la sua evoluzione cronologica, le sue caratteristiche poetiche e contenutistiche: sofferenza, amore, erotismo, simbolismo, rabbia, solitudine e tradimento, protesta politica e sociale.
In oltre trecento pagine passano in rassegna tutti i grandi nomi della musica nera per eccellenza. Tra le pagine, oltre duecento trascrizioni di altrettanti standard del blues.
Vagliati questi primi due testi, aspettiamo i prossimi volumi sull’Originai Dixieland Jazz Band e sulla storia della canzone americana.
Giacomo Giulianelli, fonte JAM n. 84, 2002