Luciano Federighi è sicuramente più noto come critico musicale che come musicista, ciononostante ha al suo attivo una certa attività concertistica e recentemente ha inciso il suo primo disco In A Blizzard Of Blue insieme al gruppo dei Fabio’s Fables.
Il lavoro, vista la matrice culturale degli autori, è subito bene dirlo, non è uno dei tanti tentativi di riproporre il blues in modo perfettamente identico a quello del vecchio idolo di colore.
Per Federighi, autore di tutti i testi e, insieme a Fabio Ragghianti, anche delle musiche, il blues è certamente un grande amore da rivisitare ma anche e soprattutto un modo intellettuale per filtrare attraverso di esso una problematica esistenziale certamente comune, nella sua essenzialità, a quella dei bluesman storici, anche se supportata da una cultura ad essi ovviamente sconosciuta.
Federighi si occupa di critica e quindi ha dimestichezza con le parole: i testi scorrono lisci, ma hanno una complessità ignota alla tradizione nera; seguono le medesime tracce e sono costruiti con la stessa struttura, ma l’elaborazione è indubbiamente frutto di un’esperienza culturale filtrata da solide conoscenze.
E l’aspetto interessante sta proprio qui. I pezzi costruiti parlano di problematiche relative ad una quotidianità attuale e il blues è un pretesto come un altro per poterne parlare, forse più vicino ad una certa sensibilità di fondo, ma pur sempre un pretesto con un’identità sociale molto lontana.
Se è lecito un paragone è come se alcuni testi di Dylan fossero stati adattati al blues: il malessere esistenziale che ne deriva si esplica con l’uso surreale e con costruzioni sintattiche colte.
La fotografia di copertina, da questo punto di vista è emblematica e mostra l’autore mentre compone a tavolino con la sua macchina da scrivere: il sentimento non ha libero fluire, viene quasi prevaricato culturalmente. La civiltà della carta, che sia da leggere o da scrivere, assume un valore superiore a quello delle parole dette o ascoltate.
E’ la cultura che vuole il suo pedaggio, l’elaborazione deve passare, oltre a quello che si ‘sente’, anche attraverso ciò che si è letto.
Dal punto di vista musicale tutto procede bene. I Fabio’s Fables fanno da comprimari alla voce robusta, impostata, quasi da nero dell’autore dei testi. Un lavoro sicuramente interessante.
Darlin’ Man / Medley: Another Lonely Sunday & Since I Feel For You / In A Blizzard Of Blue / Hunting Time The Old Town / Under A Blanket Of Booze / Living On The Fringe Of The Blues / Strange Are The Blues / Serenade For Sunday / The Love Song Af An El Cerrito Bank Teller / Abusive Waltz / Nothing But The Blues To Sing / In A Blizzard Of Blue (s)
Splasc(h) HP17 (Alternative Country, 1989)
Roberto Caselli, fonte Hi, Folks! N. 37, 1989