Sono passati quasi trentanni da quando Lucy Kaplansky mosse i suoi primissimi passi nell’ambito della scena folk del Greenwich Village di New York, mettendosi in luce grazie all’assidua frequentazione di locali come il Cornelia Street Cafe, fulcro della canzone d’autore della Grande Mela nel corso degli anni settanta. E’ comunque dagli anni novanta che Lucy ha trovato un suo spazio discografico grazie anche al supporto di colleghi che credevano fermamente nelle sue doti di autrice e di interprete (da Shawn Colvin, produttrice del suo esordio a Richard Shindell e John Gorka). La sua è stata finora una discografia parca e profondamente meditata che le ha permesso di non sbagliare un colpo, con sei album in tredici anni che hanno compreso cover di grande rilievo e un songwriting in continua evoluzione e maturazione.
Over The Hills è ancora una volta prodotto da Ben Wittman e non delude i fans di un’autrice sempre capace di presentare situazioni intense sia quando inserisce connotati autobiografici (come nella toccante Today’s The Day dedicata al padre e nella conclusiva The Gift con le armonie vocali di Richard Shindell) sia quando tratteggia rapporti interpersonali ricchi di significato (Manhattan Moon e Amelia sono chiari esempi a riguardo). Le cover, che rappresentano esattamente la metà delle canzoni presenti in questo album, sono piacevolissime sorprese vista l’arguzia e la sensibilità di Lucy Kaplansky. In passato sono state riprese canzoni di Richard Thompson, Louvin Brothers, Nick Lowe, Steve Earle, Gram Parsons, James McMurtry, Dave Carter e molti altri, dimostrando sempre di avere la capacità di fare proprie, con spontaneità e naturalezza, emozioni altrui come solo le grandi interpreti sanno fare. More Than This dal repertorio dei Roxy Music di Bryan Ferry (!), Ring Of Fire da quello di Johnny Cash, Swimming Song di Loudon Wainwright III, Somewhere Trouble Don’t Go di Julie Miller (autrice già ripresa in passato) e Someday Soon di Ian Tyson acquistano qui nuova linfa grazie ad interpretazioni riverenti, emozionanti e ricche di personalità. Un disco in mirabile equilibrio a livello di arrangiamenti e pregno di poesia.
Red House RHR 200 (Singer Songwriter, 2007)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2007
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