E’ noto a tutti gli appassionati di musica etnica minoritaria legata indissolubilmente al continente nordamericano che la texana Lydia Mendoza (1916-2007), conosciuta come ‘La Alondra de la Frontera’ (l’allodola della frontiera), interpretò per la prima volta questo brano nel corso di una seduta d’incisione per la Okeh a San Antonio nel 1928 cui partecipò, ancora ragazzina, con tutta la famiglia sotto il nome di Cuarteto Carta Blanca.
Per sua e nostra fortuna il disco richiamò l’attenzione di Manuel J. Cortez, un pioniere delle emittenti radiofoniche del border, che strappò ai titubanti genitori il permesso di far partecipare la figlia minorenne a diverse trasmissioni molto seguite dalle comunità di lingua spagnola in Texas meridionale. Sei anni più tardi, questa volta con una voce sublime, appassionata e matura, accompagnandosi da sola con una chitarra 12 corde che padroneggiava, Lydia riprovò ad incidere il tradizionale Mal Hombre per l’etichetta Bluebird conquistando un posto d’onore nella storia della musica tex-mex più genuina (tejano, conjunto).
La maggior parte della sua produzione, compresi il video documentario Chulas Fronteras del regista Les Blank in cui appare in tutto il suo splendore e le ultime notevoli registrazioni nelle quali si presenta in veste di cantautrice prodigandosi anche con violino e mandolino, è tutt’ora disponibile in digitale grazie alla mai abbastanza lodata californiana Arhoolie Records di Chris Strachwitz.
Pierangelo Valenti, fonte Suono, 2012