L’adrenalina comincia a circolare vertiginosamente, le gambe iniziano a muoversi indipendentemente dalla vostra volontà, aumenta anche il battito cardiaco e, inspiegabilmente, il morale va alle stelle.
Non è l’effetto dell’ultimo miracoloso prodotto farmaceutico antidepressivo, ma solo alcune delle conseguenze dell’ascolto di Tempted, il secondo disco country di Marty Stuart.
Apre il CD una vivace e trascinante I’m Blue, I’m Lonesome di Bill Monroe. Paint The Town Tonight è un classico brano country up’tempo con in evidenza la favolosa pedal-steel di Paul Franklin. La lenta TiI I Found You sembra uscita da Bring The Family di John Hiatt, uno dei migliori dischi rock degli ultimi anni. Tempted ricorda gli Everly Brothers degli anni ‘70.
Di Blue Train è sufficiente ascoltare i primi 15 secondi per realizzare che si tratta di un doveroso tributo di Marty per zio Cash. Little Things è rock’n’roll: vi stupirete, leggendo le note del disco, che il coro non è quello dei Jordanaires, che al pianoforte non c’è Jerry Lee Lewis e il batterista non è Charlie Watts.
Ancora country con Half A Heart, pimpante, fresca, trascinante, grazie soprattutto alle chitarre di Paul Franklin e del produttore Richard Bennett. I Want A Woman è un country-rock reso particolare dalla lento introduzione, poi ripetuta sui finale.
Per concludere Burn Me Down e Get Back The Country, quest’ultima di Neil Young, con una sezione ritmica sputafuoco, vanno a chiudere un disco cantato, suonato, registrato e prodotto come Dio comanda. Direi perfetto addirittura.
Tempted di Marty Stuart è il disco country dell’anno (forse è un po’ presto per dirlo, ma deve succedere un miracolo perché io passa cambiare idea). Keep on playin’ Marty, keep on playin’!
MCA MCAD-10106 (New Traditionalists, 1991)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 9, 1991
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