Che posto occupa nella storia dei Byrds, il popolarissimo gruppo folk-country-rock californiano dei Sixties e Seventies, il trio McGuinn, Clark & Hillman, sulla scena per poco più di due anni tra il 1979 e il 1981? Non di alto profilo si tenderebbe a sostenere, specie per via della sua sfortunata scomparsa (quando già ridotto a duo) sottaciuta e non rimpianta.
Eppure qualcosa ha lasciato. E non soltanto a livello di immagine on stage, come da molti riconosciuto, ma anche a livello di registrazioni di studio. Per non dire delle speranze, delle fantasie e dei sogni, naturalmente non soppesabili, che essi avevano saputo suscitare.
Ebbene il ritorno insieme dei tre originali componenti del gruppo è stato salutato come una possibile ripresa del discorso interrotto nel 1966, cui ha fatto seguito solo la breve parentesi della storica reumiom del 1973. E così sarebbe potuto accadere se non lo avesse impedito la situazione musicale di allora. In una fase in cui la disco music dettava legge al mercato discografico, ciò non era proponibile. I tre erano stati messi sotto contratto sostanzialmente ad una condizione. che si presentassero come un’entità diversa da ciò che erano stati, e per giunta con la maggiore accentuazione possibile (di tale diversità).
Roger McGuinn avrebbe dovuto mettere in soffitta, per intenderci, la sua mitica Rickenbacker e che gli altri si adeguassero. Fatta questa premessa il primo loro album allora è fin troppo bello. Perché si sa, cercare di non essere sè stessi, diventare altri da sé, non ha mai giovato a nessuno.
E così è stato. Usciti fuori da McGuinn, Clark & Hillman né carne né pesce pur con ottime canzoni all’attivo, i tre hanno finalmente cambiato rotta con slancio e volontà e City ne è documentazione eloquente.
Troppo tardi però per rifarsi una reputazione ormai compromessa. Troppo pochi quelli che sono tornati a fidarsi…
Lo stress per di più di un’intensa attività concertistica, imposta per promozionare il loro ritorno, si è preso Gene, che non ha retto e ha abbandonato.
L’ultima proposta, con due soli protagonisti tesi alla ricerca di un successo in chiave hard a tutti i costi ed il sapore dell’onor di firma, ha fatto il resto. Si è presa gli altri due, spegnendo definitivamente una illusione.
La Demon ha pensato utile per gli appassionati di rimettere in circolazione sul formato CD tutta la musica del gruppo. Return Flight e Return Flight Vol. 2 ne sono il risultato. Non si può dire che il primo sia un best e il secondo una racolta di ciò che é rimasto perché i pezzi sono distribuiti con un certo equilibrio (nel volume secondo abbiamo Bye Bye Baby e Little Mama dal primo LP, One More Chance e Won’t Let You Down da City, Entertainment e Love Me Tonight dal terzo). In ogni caso la seconda selezione, diciassette brani in tutto, tre in più della prima, offre una chicca per i fans, l’inserimento di un brano, Making Movies, apparso solo su singolo (il penultimo della loro discografia).
E’ una graziosissima ballad di Roger e moglie cantata da McGuinn nel suo tipico stile, molto acustica e semplice, perciò comprensibilmente tenuta fuori dal terzo disco dalla copertina near. A proposito del quale Roger e Chris sostengono di aver predisposto moltissimi brani, non utilizzati.
Che l’ipotesi di un Return Flight volume 3 fatto solo di inediti non sia poi così assurda?
Edsel EDCD 373 (Country Rock, 1993)
Raffaele Galli, fonte Out Of Time n. 1, 1993