Atteso ritorno per questo popolare cantautore texano che, dopo cinque album di notevole valore, ha avuto un preoccupante calo qualitativo nella sua produzione con i due precedenti, in particolare con Lonewolf. Dopo aver esordito giovanissimo con il coetaneo Steve Fromholz in un gruppo chiamato County Jug Band che si esibiva prevalentemente nella zona di Dallas, Michael, al contrario dell’amico Steve, ha abbandonato ben presto il Texas per cercare fortuna altrove. Murphey l’ha indubbiamente trovata, a Nashville prima ed in California poi, e tutta la sua musica risente direttamente di questi suoi spostamenti che, nel complesso, hanno completato la formazione di questo cantautore non meno dell’amicizia che lo lega ai più noti musicisti ed a poeti cantanti come Charles Quarto e Leonard Cohen.
Proprio in Peaks Valleys Honky-Tonks Alleys, un’opera tanto riuscita che potremmo parlare di una resurrezione o di una seconda giovinezza, si notano maggiormente, e sono perfettamente amalgamate e sintetizzate, queste diverse influenze. Quella texana e giovanile, che sembra addirittura rappresentare un ritorno con la rivoluzione degli honky-tonks, quella di Nashville, spogliata però di ogni orpello, di ogni arrangiamento, di ogni falsità e riportata all’originaria semplicità e purezza non solo a livello espressivo…, quella californiana, dove tutta una scuola di songwriters hanno riproposto songs semplici e genuine senza rinunciare alla raffinatezza e alla ricerca di nuove formule espressive. Sono con lui in questo disco, inciso metà in studio e metà dal vivo al Palomino Club di Hollywood, l’eccellente chitarrista Sam Broussard, Rod Phillips e Jai Winding, tastiera, B. Glaub, M. Botts, e G. Coleman, sezione ritmica, D. Brooks, armonica, B. Berline, violino, D. Dillard, banjo, D Dugmore, steel-guitar, e le voci della 3K Band: Katy Moffatt, Tom Kelly e Bobby Kimball.
Tra i brani live, che occupano la prima facciata del disco, appaiono ben tre indimenticabili classici di Murphey: Cosmic Cowboy, una delle più belle country song di sempre con un trascinante finale strumentale chiamato Cosmic Breakdown, dove Byron Berline e Doug Dillard esaltano le loro doti, Geronimo’s Cadillac, in una corposa versione con un simpatico finale corale, e la dolce e piena d’atmosfera Backslider’s Wine, che Michael canta con una fantastica Katy Moffatt, una ex folksinger del Colorado nella quale stiamo scoprendo un inedito country feeling. Molto belli anche i due brani inediti: il rockeggiante Another Cheap Western, con un testo di notevole bellezza, con una giocosa coda finale intitolata Western Movies, e Years Behind Bars, un’altra triste storia che Murphey ci racconta in una veloce country song.
Nella facciata in studio vi sono due buone covers: Southcoast, un pezzo degli anni cinquanta anteriore al rock modernamente riarrangiato, e Chain-Gang, un classico di Sam Cook dove Murphey cerca di ricrearne le magiche e vellutate atmosfere aiutato dal misurato lavoro della sua band, dall’armonica di Brooks e dalla 3K Band. Once A Drifter, Lightning e la squisita Texas Morning, un brano dolcissimo e nostalgico dove ritroviamo Michael con la sola acustica, la sua voce calda e triste sottolineata dall’armonica di Don Brooks, nella dimensione che più ci è cara, chiudono il disco di un interprete che, con una band come quella che lo accompagna, poteva ancor meglio venir valorizzato con un doppio live. Peaks Valleys Honky-Tonks & Alleys, un titolo che è tutto un programma, ed è un programma che vi consiglio assolutamente di non perdere.
Columbia 35742 (Traditional Country, 1979)
Franco Ratti, fonte Mucchio Selvaggio n. 19, 1979
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