Il simpatico mulo che ammicca dalla copertina è foriero di buona musica. Eccellente roots-rock cantautorale dalla band di Kevin Kerby, voce, chitarre, accordion ed autore, leader di personalità di un quartetto tutto da scoprire. I Mulehead sono una band di Little Rock, Arkansas, che comprende anche Greg Spradlin, chitarre, Chris Michaels, basso e voce, e Dave Hoffpauir, batteria. Inutile precisare che la band vive sul ben amalgamato suono dei due chitarristi ben sostenuti da una sezione ritmica duttile tra roots-rock e veloci sonorità countryficate.
L’esempio ed il mentore sembra essere Steve Earle, i cultori delle ‘No Depression’ bands possono andare sul sicuro: c’è molta carne al fuoco. Il navigato Kevin Kirby, gli conosciamo almeno tre albums con un altro gruppo, viene rigenerato da questo ritorno alla musica delle origini. Country-roots-rock, con qualche bella folk-ballads elettro-acustica sembrano l’ideale formula espressiva per questo epigono di Earle che conosce bene Dylan ed il miglior rock dei seventies.
Il suono è gradevolmente rootsy, a volte dall’incedere un pò sgraziato e non lineare, con qualcosa di vissuto e di sentito, ma le scarne ed essenziali melodie lasciano sempre il segno.
La voce di Kevin è calda, ispirata, intensa e drammatica, le sue composizioni omogenee ma gradevolmente varie per fonti d’ispirazione. Dal disordinato crescendo di Lord’s Trusty, che apre l’album, a brani rock d’autore come Lonely e Baby Brother, passando a pezzi d’atmosfera come Gabriel’s Song (che ha il passo della mitica House Of The Risin Sun), per arrivare a ballads e matrice folk-rock come This Morning, o country-rock, Josephine (lenta e di gran presa) Mulehead convincono. Come l’animale che hanno scelto come immagine, hanno il passo sicuro su ogni terreno.
HTS 97691 (Roots Rock, 1998)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 30, 1999
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