Myshkin? Chi sarà mai costei? I lettori più attenti e meticolosi abbineranno il suo nome a quello di Mike West; infatti la ragazza, oltre ad essere la compagna di vita del musicista d’origine australiana, è una presenza fissa in quasi tutti i suoi albums e con lo stesso ha firmato e condiviso a metà il discreto Encoline (Binky 1008-1997).
Oggi, con Blue Gold, Myshkin, taglia il traguardo della prova adulta e lo fa con competenza ed intelligenza.
Diciamolo subito: Blue Gold non è un disco facile e non lo possiamo consigliare a tutti quanti. I punti di riferimento sono molteplici e sfaccettati: a lei non interessa raggiungere una popolare e banale platea, ma preferisce rivolgersi a un pubblico smaliziato che predilige la riflessione e la citazione, che ai volumi forti contrappone toni pacati ed elaborazione mentale.
Per poter apprezzare le sue ostiche trame sonore è quindi richiesta applicazione e concentrazione, ma lo sforzo speso sarà ricompensato dalle strutture che assemblano le sue canzoni. Canzoni costruite con un’apparente semplicità, ma capaci di bussare a più universi per fonderli in uno schema di volo individuale molto soggettivo.
Myshkin (voce, chitarre, e mandolino) per l’occasione si fa aiutare da Mike West (banjos vari, chitarre e mandolino), Matt Perrine (basso, trombone e tuba) e da Scott Magee (batteria).
Blue Gold è un disco con ton invernali e swing interiori e nei 14 brani presenti sul CD ci imbattiamo con facilità in fraseggi folk, essenze jazzate, esoterici rock acustici, velleità cool intellettuali e tensioni sensuali. Disco interlocutorio ed inusuale.
Binky 1015 (Alternative Country, 1999)
Claudio Giuliani, fonte Out Of Time n. 30, 1999
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