Quanti di noi, acquistato un album, leggono con attenzione tra le note dei musicisti che non fanno parte del gruppo di copertina? Eppure, riferendosi al country, spesso è grazie al loro apporto che artisti come Garth Brooks, Randy Travis o Dolly Parton riescono a piazzare sul mercato dischi che vendono milioni di copie.
Non ci si improvvisa session-man, è necessaria la massima preparazione e molta esperienza. Questi musicisti generalmente non hanno molto tempo per lavorare a un brano, spesso non ne hanno.
Un disco importante, sul quale la casa discografica investe molto denaro, viene studiato minuziosamente, in questo caso il musicista di studio può riuscire a sentirsi parte integrante del prodotto.
Il più delle volte non sono altro che ‘impiegati’, artisti ai quali non viene chiesta la loro creatività ma solo mestiere. Ci si può sentire realizzati o frustrati: è una professione. Certo è che però quando questi signori, abituati come sono ad una condizione di vera ‘cattività’, escono dalla gabbia in gruppo possono essere pericolosi. Chi vuole ascoltare, acquistando un solo disco, quasi tutti i session-men più richiesti a Nashville degli ultimi anni ’80 ad oggi, deve mettere le mani su The Nashville Cats, l’album che Mark O’Connor ha registrato prima di dire addio a questo mestiere.
Un prodotto realizzato all’insegna dell’ironia, trascinante quasi sempre, esplosivo in alcuni momenti. Un disco che può essere accostato a Live From Austin City Limits dei Nashville Super Pickers (Dio quanto devono aver sudato per aver coniato questo originalissimo nome!).
Registrato nel 1979 e ristampato in CD recentemente, è un’ottima testimonianza per chi vuole ascoltare alcuni dei super richiesti session-men di Nashville nei seventies: Phil Baugh, Russ Hicks, Charlie McCoy, Johny Gimble, Buddy Emmons, Hargus Robbins, Henry Strzelecki e Buddy Harmon. Oggi si sentono molto meno, sono stati rimpiazzati dai Nashville Cats, ma credo che un po’ di riposo se lo meritino: questi musicisti hanno suonato in quasi tutti i dischi prodotti a Music City negli anni ’70.
Charlie McCoy ha addirittura vinto un Grammy ed è stato premiato più di una volta ‘Instrumentalist Of The Year’. Ha suonato per Bob Dylan, Elvis Presley, Joan Baez, Ringo Starr, Tom Hall…
Johnny Gimble è il più anziano della banda, così anziano che è riuscito a far parte dei Texas Palyboys di Bob Wills. E’ da considerare uno dei più grandi fiddler nella storia della country music.
Buddy Emmons e la sua steel-guitar sono stati addirittura voluti da Ray Charles…
Hargus Robbins, ‘Pig’ per gli amici, (chissà come lo chiamano i nemici), come dicono le note interne del disco, è uno dei maggiori responsabili del ‘Nashville Sound’ (quello creato a tavolino da Chet Atkins & Co.)…
Può bastare vero? Il disco è simpatico e piacevole. Anche loro, come i Nashville Cats, hanno agito solo a scopo di puro divertimento, e si sente. Consigliato.
Rolling In My Sweet Baby’s Arms/ Fiddlin’ Around/ Canadian Sunset/ Wabash Cannonball/ Killer Joe/ Mansion On The Hill/ Long Tall Texas/ New Road Under My Wheels/Sweet Dreams/ Shadow Of Your Smile/ What A Friend We Have In Jesus/ Orange Blossom Special
Flying Fish FF0097 (Traditional Country, Country Swing, 1991)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 16, 1992
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