La copertina ha sicuramente un che di elegante nella sua originalità, ma devo confessare che mi aveva incuriosito più il fatto che ci fosse Gena Britt che non l’immagine del disco. Gena era stata citata dai giornali del settore per le vittorie nei contest di banjo, e non è frequente trovare delle ragazze che bagnano il naso agli uomini in queste gare, dove spesso è più importante eseguire veloce che non suonare delle belle cose, e poi conoscete già la mia teoria sul significato fallico del banjo, immagino.
Sicché, senza neanche tanto incoraggiamento da parte dei distributori, guarda caso la BCMAI, – chi altri poteva portare in Italia i dischi di un gruppo nuovo di bluegrass solo sulla fiducia? – arrischio la spesa ma lascio il disco in fondo alla pila di acquisti, e non lo ascolto per due settimane.
Male, perché scopro proprio un bel gruppo e una bella serie di canzoni. Non sono rivoluzionari, suonano bluegrass tradizionale, ma hanno tone, taste and timing, e non tendono a strafare. In effetti il bluegrass evolve a piccoli passi, e lo fa soprattutto come suono complessivo, grazie a gruppi come questo, attenti a fare un suono di band moderno e riconoscibile, e non a stratificare i suoni dei diversi strumenti.
I New Vintage in questo disco ci riescono, ma devono esserne capaci anche dal vivo visto che vincono anche i concorsi per nuove band. Singolarmente direi che sono tutti molto preparati, gli interventi efficaci e puliti pur senza essere tecnicamente da brivido (esemplari i soli di banjo e chitarra in I Don’t Worry About You Anymore, così semplici da conquistarvi), le voci adeguate e i cori ampi e compatti. E la Gena al banjo ha un suono bellissimo e una mano divina. Consiglio di provare ad ascoltarli, vi mancherebbero, ed è probabile non vi possano concedere un’altra possibilità, la formazione è già cambiata. Peccato.
Pinecastle 1038 (Bluegrass Moderno, 1995)
Nirvano Barbon, fonte Country Store n. 31, 1996
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