Norman Blake – Blackberry Blossom cover album

Le giacche blu fischiettavano Yankee Doodle ma sull’ultimo baluardo di Gettysburg sventolava ancora una lacera bandiera confederata. Are You From Dixie? Domanda pericolosa nel mare di stoppie disseminato di corpi, una larga macchia dove il grigio prevaleva e si confondeva con il rosso. I treni a vapore non irrompevano festosi nelle piccole città di Alabama e Virginia, bianche case coloniche mostravano con pudore le ferite di una assurda guerra fratricida, vecchie, grasse ‘mama’ si interrogavano sul valore della parola libertà, precipitata come una folgore sulla vita dei neri. Il glorioso Dixieland, pur battuto, mostrava il suo fiero cipiglio in quella torrida estate del 1863.

Era questa la musica che circolava fra le sfrangiate truppe di Lee, melodie predilette dai vecchi gentlemen di campagna, eseguite fino a notte fonda nei saloni di Richmond. Di quell’America perduta che visse la follia della Guerra Civile, innamorata del proprio torpido lusso, condannata dalla storia ma sopravvissuta agli equivoci e alle strumentalizzazioni di un Unione chissà fino a che punto antischiavista e quanto trascinata dai propri interessi economici, di quel Sud bruciato dal sole e da sogni troppo fastosi, Norman Blake è il cantore per eccellenza.

Blackberry Blossom, pubblicato per la prima volta nel 1977 dalla Flying Fish, non è solamente un sontuoso manuale di flatpicking ma una tavola essenziale per comprendere il grande scenario della musica popolare americana, veicolata da navi di carne e germinata sulla terra dei pionieri come un fiore di gelso. Mark Twain o Stephen Crane sono, letterariamente, fra i progenitori del chitarrista georgiano d’adozione. Dicono che gli accenti, lo slang, siano volutamente gli stessi di un tempo. Il resto lo fa la musica, i ‘traditionals’ che Blake restituì con piglio genuino, arricchendo le partiture con il lussureggiante rigoglio della sua tecnica.
Una Martin D-28 del 1934, scelta a suo tempo nella personale collezione di cimeli sonori, è l’incontrastata protagonista di un album che prende il volo partendo laggiù dove si inerpica l’arcobaleno del vecchio Dixie. Mandolino e violino sono gli altri strumenti che Blake padroneggia con disinvoltura, chiamando a sostegno ritmico e armonico la chitarra e il violoncello dell’allora moglie e collaboratrice Nancy.
L’approccio dell’artista sugli strumenti a corda non è certo improntato alla velocità, alla sensazione, ma alla spiritualità e alla nitidezza dei suoni. Fiumi in piena di note, uno stile unico che pone il maestro sul podio degli illustri esecutori, insieme a Doc Watson, David Bromberg e l’inclita schiera dei grandi virtuosi.

Nove brani compongono la preziosa ristampa che si aggiunge alla corposa lista delle opere di Blake trasposte su CD. Pezzi cantati si alternano ad altri esclusivamente strumentali, in tutti vibra la grande passione del musicista, l’adesione, anima e corpo, alla storia della sua terra.
Apre la solare Are You From Dixie?, nave scuola per gli aspiranti manipolatori del plettro. Le mani di Blake scivolano con leggerezza sulle corde, ogni tocco fuoriesce con limpidezza, anche quando l’accavallarsi dei giri diventa un vortice.
The Right Of Man Hornpipe è un tuffo nel passato, quando la chitarra impazza rievocando fra suoni brillanti e solenni il grande esodo dal Vecchio al Nuovo Continente.

Railroad Blues, ogni americano ha un treno merci che viaggia nel suo cuore, ha la portata torrenziale delle grandi performances.
Nel ‘traditional’ Foggy Valley Blake imbraccia il mandolino, Nancy gli tiene il tempo sulla chitarra. Un duetto di grande richiamo. Lonesome Jenny con Nancy al violoncello, è un accorato pezzo, dominato dal ritmo. Una lunga parte solistica è affidata al cello. Norman non sarà dotato di mezzi vocali fuori dal comune ma la sua voce sgorga spontanea e tersa come l’acqua di un ‘creek’.

La ‘title track’ è un ulteriore ‘traditional’ arrangiato, in cui Blake, solo alla chitarra, esibisce l’estro e la chiarezza della sua ispirazione. D Medley è un duello per archi: l’uno al violino, l’altra al violoncello, per un brano dai sapori fortemente sudisti. Ultimo pezzo di un album indimenticabile è Jerusalem Ridge, composta dal compianto Bill Monroe e restituita con un impeto e un’energia che sono il più sentito omaggio al padre di tutti i fìddlers.
Unico disco di Blake registrato a Chicago, Blackberry Blossom è una pagina dei testi sacri OTM, esaltante e dì rara commozione.

Flying Fish 0047 (Old Time Music, 2000)

Francesco Caltagirone, fonte Out Of Time n. 39, 2002

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