Concludiamo l’argomento demo-tape affrontando questa volta la realizzazione di un demo in studio, professionale o casalingo.
Come già accennato, uno studio professionale può offrire grandi possibilità ma anche procurare seri dispiaceri alle vostre finanze. Se decidete di seguire questa strada, non vi fermate al primo studio che potreste trovare sotto casa ma cercate di contattarne quanti più potete: spesso vale la pena di affrontare trasferte di centinaia di Km per risparmiare poi sui costi di studio. Informatevi sulle tariffe orarie e sulla eventuale possibilità di fissare un prezzo forfettario al giorno (molti studi lo fanno), sulle attrezzature a disposizione in termini di microfoni di buona qualità (fondamentali), banco mixer, registratore (non occorre necessariamente un 24 piastre), sull’esperienza del tecnico in fatto di musica e strumenti acustici oltre alla sua disponibilità e sensibilità a comprendere le vostre esigenze, la persona sbagliata può infatti causare il fallimento del vostro progetto, nel tentativo di consigliarvi e guidarvi ad ogni costo provocando così tensioni e incomprensioni in sala di registrazione che vanno invece assolutamente evitate.
Essenziale è poi andare in studio preparati. Provate e riprovate a casa una decina di brani alla nausea dai quali pensate di poter scegliere quei 4 o 5 che finiranno sul vs demo, registrateli e abituatevi all’idea di non fare troppe sovraincisioni ma suonare in presa diretta quanto più possibile. Portatevi sempre in studio i vostri dischi preferiti (meglio se CD) che vi serviranno come guida per i suoni, gli echi e i riverberi e soprattutto per un buon missaggio. Quest’ ultimo rappresenta un punto critico da non sottovalutare perché troppo spesso una buona registrazione viene distrutta da un cattivo missaggio o viceversa. Buona norma è far passare alcuni giorni tra una e l’altra, in modo da sedervi poi al banco mixer con le orecchie riposate e la mente fresca. Terminato il primo missaggio portatevene una cassetta in macchina e sottoponetela al test autoradio: su suona bene lì suonerà bene ovunque, in caso contrario prendete nota delle correzioni e riprovate
Se volete invece risparmiare e non ritrovarvi a suonare con un occhio sulla tastiera e l’altro all’orologio, considerate la possibilità di produrre un demo casalingo. Scegliete una stanza sufficientemente isolata da rumori esterni e quanto più possibile acusticamente ‘neutra’: tendaggi, tappeti, mobilio, quadri e poster possono essere di grande aiuto assorbendo il suono ed evitando rimbombi. Non vi occorrono poi attrezzature sofisticatissime. Se avete la possibilità di usare un mixer, meglio se equipaggiato di eco e/o riverbero, vi basteranno anche pochi canali per pochi ma buoni microfoni: due o tre per le voci e gli strumenti ed eventualmente una linea diretta e separata per il basso. Provate anche eventualmente ad utilizzare un unico microfono, stereo ed omnidirezionale, da sistemare al centro della stanza ed intorno al quale giostrare per mixare il suono direttamente (i risultati potrebbero sorprendervi…). Ed infine il registratore, preferibilmente a bobine o ancora meglio se DAT (magari in prestito) ma può andare bene anche una piastra a cassette, purché usiate nastri al metallo o cromo. A questo punto registrate tranquilli, non avrete l’incubo del tassametro..
Martino Coppo, fonte Country Store n. 18, 1993