Approdato a Nashville da Boston, dopo una vita nomade che lo ha portato da Washington D.C. alla Virgina, sino a Oxford, Mississippi, Paul Burch è divenuto in pochi anni uno dei più rispettati nomi della scena alternativa country. Il suo nome non solo è legato ad altri due eccellenti album solo, Pan American Flash e Wire To Wire, ma è apparso in decine di registrazioni come batterista (Bag Boys, Vic Chessnut, Josh Rouse..) oltre a essere membro dei Lambchop dal ’95.
Il suo terzo album con i WPA Ballclub, definito un quintetto di hard-country, con Paul Niehaus, chitarre e pedal steel, George Bradfute, chitarre, Tennis Crouch, basso, e Larry Atamulk, percussioni, lo vede sempre in veste di cantante, chitarrista ed autore. Testimonia ancora una volta le sue capacità in veste di band-leader.
Ci troviamo di fronte ad un musicista country che si fa notare per lo spessore del suo linguaggio musicale, concretamente espresso in 12 nuovi brani, in una dimensione informale e senza tempo, quasi da revivalista. Paul ha una predilezione per la tradizione, per il classico, e un genuino feeling per le sonorità un pò retro di questa musica. Paul, oltre che dei WPA Ballclub, si avvale della presenza di numerosi ospiti (il cantautore Tom House, il chitarrista Richard Bennett, il violinista Raymond McLain), per realizzare un’opera dalle atmosfere casuali e rilassate dallo string-country sound di scintillante bellezza che oscilla ora verso il western-swing, ora verso il rock, per tingersi spesso di nostalgia e di un old-time feeling nel più classico stile ‘americana’.
Blue Notes è il lavoro di un musicista eclettico e geniale, cantante non dotatissimo ma centrato ed espressivo, che contribuisce a consolidare i rapporti tra la tradizione diretta del Grand Ole Opry con l’altra Nashville, quella più vera e meritevole di interesse.
Dixiefrog 8460 (Alternative Country, 2000)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 37, 2001
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