Paul Gurney è un musicista neozelandese che propone una canzone d’autore di marca roots che alterna con l’attività come frontman dei DeSotos, band che inevitabilmente elettrifica i suoni fornendo l’altra faccia di una personalità profonda e intensa. Blue Horizon è la sua seconda prova solista e prende spunto in buona parte dalla attività a supporto delle persone con problemi psicologici che è un po’ il ‘day job’ di Paul Gurney.
Molti sono infatti i brani che parlano della lotta che molti affrontano ogni giorni per superare le difficoltà della vita, appesantita dalle complicazioni dovute ai disagi di cui soffrono i più fragili emotivamente. Fragile appunto ma anche titoli come la title-track Blue Horizon e Ricochet sono ispirate all’esperienza a fianco di queste persone, non disdegnando di tratteggiare temi più leggeri come nelle belle Perfect Space, Moonlight Waltz e Windows, tutte contraddistinte da uno stile elegante che non di rado rimanda a certe cose di Bruce Cockburn.
Folk e country sono alla base di molte composizioni di Blue Horizon, con il supporto di musicisti neozelandesi decisamente poco noti alle nostre latitudini ma dal notevole talento. In questo senso da citare è il lavoro di Richard Adams e di Neil Watson, rispettivamente a violino e steel (pedal e lap) che donano ulteriori colorazioni ad un’atmosfera spesso sognante ed evocativa.
Un lavoro questo estremamente curato negli arrangiamenti che comunque non cadono nel rischio di risultare freddi e impersonali, acquistando con gli ascolti quel fascino discreto di un suono fine e ben strutturato.
Tailgator Music PGMANU4794 (Singer Songwriter, 2022)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2023
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