Paul Siebel - Live With David Bromberg And Gary White cover album

Quando scrivevo, lo scorso novembre, un breve articoletto su Paul Siebel (il cantautore pigro), dentro di me covava la segreta speranza che prima o poi uscisse un nuovo album. Infatti da dieci lunghi anni il buon Paul non pubblicava nulla di nuovo. Ecco ora finalmente esauditi i miei più reconditi desideri con la pubblicazione di un sospiratissimo terzo album, che vede la luce grazie alla nuova etichetta californiana Rag Baby.
La Rag Baby è nata da una idea di Bill Belmont, intraprendente e coraggioso produttore della Bay Area, appassionato di folk e blues (ha prodotto e concepito con Mimi Farina il recente doppio album Bread And Roses), e da tempo dirigente della parte più interessante dei prodotti Fantasy. Belmont è giunto alla decisione di mettersi in proprio, viste le difficoltà che si incontrano a livello di grandi etichette. E la Rag Baby nasce subito bene: infatti dopo il primo album di Barry Melton Level With Me, e futuri progetti con Don Preston e Country Joe Mc Donald, ecco finalmente uscire la gemma più preziosa della sua collezione, Paul Siebel Live With David Bromberg.

Già varie volte abbiamo legato il nome di David a quello di Paul, data la grande amicizia ed il rispetto che intercorre fra i due musicisti, e senza ombra di dubbio si deve a Bromberg il recupero su vinile di questo solitario chitarrista. Il disco, registrato dal vivo in un piccolo club, è il lampante esempio del mestiere e della bravura di Siebel: le sue radici traspaiono splendidamente da questo album acustico.
Rispetto ai due antichi lavori in studio per l’Elektra, Paul non ha mutato il suo modo di cantare, chiaramente influenzato da Jimmy Rogers ed Hank Williams, è invece cresciuto come chitarrista e come interprete: la sua voce ha assunto dei toni più maturi e si è sgrezzata rispetto alle due precedenti prove di studio; inoltre la sua dicitura, cioè il suo modo di interpretare quasi raccontando, ha assunto un tono drammatico che dà una maggiore realtà alla sua pura vena interpretativa.

Più che un ritorno, questo disco è la conferma di un talento naturale, ma anche la riprova della non volontà di Paul di ritornare nel giro del business: la sua visione rimane distaccata, ed il personaggio vuole restare volontariamente ai margini per continuare ad interpretare ciò che preferisce senza costrizioni di sorta. L’album viene pubblicato grazie alle insistenze del ricercatore Belmont, ma soprattutto grazie a David Bromberg, che tanto deve in affetto ed amicizia al chitarrista: e Siebel gli restituisce il favore con un disco semplice e pulito, ma pieno di tutti gli umori e gli amori del leader.
Le sue radici, da Jimmy Rogers, il grande cantante country-yodel degli anni venti, ad Hank Williams, il padre putativo della moderna country music, traspaiono lampanti, soprattutto per quanto riguarda il modo di cantare, mentre lo stile chitarristico, grazie anche allo splendido lavoro di Bromberg in background, ha dei toni cristallini. La scelta dei brani, poi, è molto logica: Woman Make The Fool Out Of Me e I’m In The Jailhouse Now di Jimmy Rogers, la classica I’m So Lonesome I Could Cry di Hank Williams, la quasi tradizionale You Are My Sunshine, ed un mazzetto di composizioni proprie.
Louise, il masterpiece, Pinto Pony una song messicaneggiante tratta da Jackknife Gypsy, Come, If I Could Stay, molto influenzata dallo stile di Williams, guidano la fila delle songs autografate da Paul: tra gli inediti la lunga Honest Sam, la malinconica Lonesome House e It’s A Long Way To Nashville, piena di nostalgia e di ricordi.

Rag Baby (Singer Songwriter, 1979)

Paolo Carù, fonte Mucchio Selvaggio n. 30, 1980

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