Peter Albin, bassista e chitarrista dei Big Brother & Holding Company più noti come la band di Janis Joplin è venuto per la prima volta in Italia come turista per una settimana ai primi di maggio, lo abbiamo avvicinato per un breve colloquio informale, nell’ormai classico ‘Open Heart’ style.
Peter, sappiamo quasi tutto della tua carriera come componente dei Big Brother, piuttosto raccontaci qualcosa dei tuo primi passi come musicista professionista.
“Ho iniziato nel 1961 come chitarrista acustico in una band di San Francisco che proponeva old time music & bluegrass. Siamo andati avanti fino al ’64, ci chiamavamo Liberty Hill Aristocrats. Nell’ultimo periodo suonavo anche il banjo, con me c’erano anche Pig Pen (poi con i Grateful Dead) e David Nelson (poi con i N.R.P.S.), qualche volta pure Jerry Garcia si univa per qualche session.
Poi c’è stata la svolta elettrica, l’avvicinamento al rock e la conseguente nascita dei Big Brother & Holding Company, nel settembre del 1965. La sede del gruppo si trovava al 1090 Page St. nel quartiere di Haight-Ashbury in San Francisco. Il nostro primo manager era mio fratello Rodney, la prima formazione includeva Dave Eskinson alla chitarra (poi rimpiazzato da James Gurley), Sam Andrew voce e chitarra, Chuck Jones alla batteria ed io al basso.
Più tardi David Getz divenne il batterista definitivo.
Da sempre abbiamo avuto in mente una donna come cantante per il gruppo, non è stato facile trovarla e dopo vari provini un amico (Chet Helms) ci fece conoscere Janis. Chet era anche produttore per l’agenzia Family Dog e divenne nostro manager dal 1965 all’estate del 1966”.
Raccontaci, se possibile, qualcosa di inedito sul carattere e la personalità della Joplin.
“Sul carattere e la vita in generale di Janis sono state dette molte cose, troppe, in realtà prima di tutto era una persona gentilissima, affabile, una delle migliori che ho incontrato nella vita. Fu anche per questo che decidemmo di `tenerla’ nella band. Sul palco poi era dotata di grande presenza scenica, aveva una voce incredibilmente dinamica, con lei tutto poteva accadere. In ogni caso fu con il suo ingresso che diventammo una ‘vera’ band”.
Come reagì il gruppo all’abbandono di Janis Joplin?
“All’inizio ci fu delusione e scoraggiamento per come andarono le cose, ma poi cercammo immediatamente una nuova vocalist. Per un po’ provammo con Kathi MacDonald, ma alla fine fu Nick Gravenites ad entrare stabilmente nella band. Dal mio punto di vista invece fu un certo Mike Finnigan il migliore elemeno ‘provato’, era un ottimo cantante e tastierista, adattissimo al sound dei Big Brother”.
Parlaci un po’ della tua attività post Big Brother & Co.
“Ho lavorato molto con la Billy Roberts Band e con Country Joe nell’area di San Francisco, soprattutto nei clubs come il Saloon di North Beach anche se a me piace suonare all’aperto, davanti a tanta gente, lì posso alzare il volume del mio amplificatore! Dal 1984 faccio parte dei Dinosaurs. Con me al basso nel nucleo iniziale c’erano Merl Saunders (tastiere), John Cipollina (chitarra), Spencer Dryden (batteria) e Barry Melton (voce e chitarra). Dinosaurs è da sempre un gruppo molto ‘aperto’, con un continuo via vai di musicisti. Il leader incontrastato è Barry Melton, sono legato da profonda amicizia con lui, anche se è un tipo molto pigro e si presenta spesso in ritardo, in più abbiamo da dieci anni la stessa scaletta dei brani nei concerti e Barry dice che sta bene così, da dieci anni non abbiamo un brano nuovo!
Ad ogni modo la band va bene, abbiamo un buon rock sound, ci divertiamo ed andiamo avanti. Qualche casa discografica inoltre ci ha offerto di entrare in sala di registrazione per un nuovo disco, ma ovviamente Barry non ne vuole sapere. Oggi lui è un uomo molto importante anche fuori dalle scene, è un avvocato molto stimato nell’area di San Francisco! Ti posso dire in anteprima la nuova formazione dei Dinosaurs, l’ennesima, ci siamo esibiti al Saloon per la prima volta 15 giorni fa. La chitarra solista è nelle mani dell’ex Moby Grape Jerry Miller, alla batteria c’è David Getz, ed oltre a me e Barry ovviamente con noi c’è un vecchio amico, David La Flamme (ex It’s A Beautiful Day) al violino elettrico. Inoltre dal 1987 ho riformato Big Bother & Holding Company nella formazione originale ed abbiamo trovato anche una brava cantante come Michelle Bastia.
Ci siamo esibiti spesso ed intrapreso numerosi tour nel Nord-West degli States, in Canada ed un unico concerto a New York. Il sound assomiglia alla vecchia edizione, soltanto un po’ più moderno. Ti invierò presto un demo-tape per te e i tuoi amici della rivista che ho trovato molto interessante. Ah, in più abbiamo una offerta dalla ZYX Records tedesca per un disco, speriamo che almeno questo si concretizzi. Ora cercheremo di fare anche un primo vero tour europeo dopo che lo scorso anno abbiamo tenuto un’unica data a Dusseldorf, in Germania, con successo anche”.
Peter, nel ringraziarti per la disponibilità, ti saluto con la non tanto segreta speranza di poter vedere anche in Italia per la prima volta i mitici Big Brother & Holding Co.
Franco Bigi, fonte Out Of Time n. 5, 1994