Nella vita di ognuno capitano tante ‘prime volte’ e gli effetti relativi coprono uno specchio di possibili risultati quanto mai ampio. Per chi scrive è la prima volta che capita di recensire un disco brutto. Anzi ‘brutto-per-me’, poiché ogni giudizio deve necessariamente essere interpretato come implicitamente personale, in quanto non esiste musica bella o brutta in assoluto, piuttosto esistono espressioni artistiche (o pseudo tali) che siamo in grado di apprezzare o meno: questo CD appartiene decisamente alla seconda categoria.
Cerchiamo allora qualche nota positiva nel dischetto: c’è David Mansfield (ha suonato fra gli altri anche con Dylan, non è poco), c’è Cliff Eberhardt (del giro del Cornelia Street Cafè), c’è… ben poco d’altro.
Il brano di apertura, Jake & The Five Plaids, ricorda certi esperimenti ‘afro’ di Paul Simon, ma i suoi risultati erano ben altra cosa. All Over You è cantato con una voce che potrebbe ricordare Gerry Beckley degli America con la raucedine.
L’unico brano degno di menzione lirica è Poets & Pirates: il nostro riceve una lettera da un vecchio amico lontano che ha recentemente perso il posto di lavoro e per sfogarsi da libero corso ai comuni ricordi di giochi d’infanzia. Sul resto stenderei uno spesso velo pietoso.
Dispiace imbattersi in prodotti tanto mediocri, che comunque, per chissà quale alchimia di business, vedono la luce, mentre esistono tanti promettenti aspiranti debuttanti che, per altrettanto oscuri motivi, non trovano un proprio sbocco.
Gadfly 202 (Singer Songwriter, 1994)
Dino Della Casa, fonte Out Of Timen. 5, 1994