Preston Reed - Metal cover album

Con diciassette album al suo attivo, tre video e un’attività che lo ha portato a suonare in tre Continenti, Preston Reed è un musicista che ha contribuito in maniera evidente a ‘reinventare’ l’approccio alla chitarra. I suoi miti e i suoi riferimenti sono John Fahey, Leo Kottke, Jorma Kaukonen e Michael Hedges (da cui ha mutuato il particolare stile, percussivo, fluido e ricco di armonia), ispiratori di atmosfere evocative e pregnanti che hanno reso Preston Reed un apprezzato autore di colonne sonore e lo hanno portato ad esibirsi a fianco di star come Bonnie Raitt e Linda Ronstadt tra le altre.

La genesi di questo Metal parte da lontano, dal 1995, anno di incisione delle tredici tracce che lo compongono, tutte firmate dallo stesso Reed. Nel 2000 Preston Reed acquisisce i diritti di questi brani, e due anni dopo si realizza il sogno di pubblicarli per la sua etichetta personale.
L’album, anche se grazie allo stile sembra interpretato da più di un musicista, vede il solo Preston Reed protagonista ed è interamente strumentale. Naturalmente non è un lavoro di facilissima assimilazione, anche se il gusto e la bravura lo rendono piuttosto piacevole. In particolare chi suona la chitarra sarà in grado di apprezzare ogni sfumatura e passaggio, mentre gli altri potranno stupirsi per l’ecellente tecnica. Citare qualcuno dei brani dell’album sarebbe inutile e quantomai difficile, tanto ogni momento è legato all’altro da un ispirato filo conduttore. Qualche attento ascolto farà entrare l’ascoltatore in sintonia con il particolare mix di new age (naturalmente Windham Hill style), folk e blues del chitarrista di Armonk, New York.

Outer Bridge 1002 (New Acoustic Music, 2002)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2006

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