R.B. Morris - ...Take That Ride.. cover album

Esordio discografico per questo poeta che scrive canzoni intense, piene di emozioni ed idee. Viene naturale la definizione cantautore per chi è in grado di enfatizzare tanto bene il ritmico interscambio tra parole e musica. C’è abbastanza country nelle sue canzoni per ricordare autori legati alla letteratura come Guy Clark e Kris Kristofferson, ma c’è anche abbastanza roots rock e blues nella sua musica da farci pensare due volte prima di chiamare R. B. Morris, semplicemente, un cantante-autore.
Nato e cresciuto a Knoxville, sulle montagne dell’est Tennessee, al suono del rock & roll e di Dylan, leggendo gli autori del sud senza trascurare Joyce e Rimbaud, questo inusuale personaggio è poeta, autore teatrale, editore (la rivista letteraria Hard Knoxville Revue), attore e musicista. Dopo aver viaggiato a lungo negli Stati Uniti, Canada, Europa e Messico, è ritornato negli amati Appalachi a condurre una vita primitiva dedicata alla letteratura ed alla musica.

Conosciuto ed apprezzato dalla comunità degli autori colti di Nashville, tra i suoi ammiratori John Prine, Lucinda Williams, Steve Earle, Guy Clark e tanti altri, viene convinto a fare il grande salto e registrare il suo primo album. Abituato a suonare in ogni situazione e forma in piccoli clubs con bands di ogni genere sulle montagne, nelle sue composizioni emergono tratti e caratteristiche dei più diversi stili. Roots-music, naturalmente, che ben si integra con la sua vena poetica: sono country, blues, folk, gospel, rock a dar corpo e ritmo alla lucida ed intelligente visione delle cose.

Testi caratterizzati da una vena provocatoria e, spesso, malinconica, che, legati con la musica, danno origine ad autentici capolavori come The Bottom Of The Big Black Hull, che sintetizza magistralmente l’universo filosofico e poetico musicale di questo personaggio. In Take That Ride, prodotto da R.S. Field (Sonny Landreth, Billy Joe Shaver, John Mayall, Webb Wilder) per la label di Prine e Bunetta, personaggi che di musica d’autore se ne intendono, è accompagnato da Kenny Vaughan, chitarra, Dave Jacques, basso, Paul Griffith, batteria, e Cannella Ramsey, violino e voce. L’eccellente guitar-sound del bravo Kenny Vaughan è supportato alle tastiere da un sempre centrato e bravo Al Kooper, che lascia segni di gran classe all’organo, e da un prezioso Steve Conn. Il side-man di Sonny Landreth suona dal piano all’organo, dall’accordion al pennywhistle, lasciando tracce indelebili della sua classe e personalità in molti brani, l’epico folk-rock Ridin’ With O’Hanlon su tutti.

R.B. Morris si rivela autore ed interprete di prima grandezza rivelando doti musicali certo all’altezza di quelle letterarie. Le sue ballads hanno un grande passo: They Say There’s A Time, bel duetto con Cannella Ramsey ed il fascino di un assolo di Bo alla chitarra, l’elettro-acustica Hell On A Poor Boy, ben giocata tra chitarre, violino e bouzouki, il drammatico inno alla speranza di Take Time To Love, con Kooper e Conn ancora in evidenza alle tastiere. Quando interpreta songs country-oriented è così scarno ed asciutto, essenziale, da lasciare il segno con performance degne dei grandi: The Ballad Of Thunder Road e la toccante title track che parla con grande serenità della morte.

Il Morris folk-singer non è da meno: 8 Roy, duetto con Prine che sembra uscito dal repertorio di quest’ultimo con la suadente lap-steel guitar di Paul Niehaus, Pot Hole Street, violino e bodhran le conferiscono accenti Irish, la corale Glory Dreams in chiusura, acustica gemma per chitarre e mandolino, Jamie Hartford, e le voci di Lucinda Williams, Bo e Cannella Ramsey. Non sottovalutiamo poi il rocker, la drammatica, intensa e profonda voce di R. B. Morris ha gli accenti giusti per le rock-ballads: Dog Days e World Owes Me, sempre impreziosite dalla presenza delle doppie tastiere targate Kooper-Conn.
Se amate il cantautorato colto e la musica ‘americana’, avvicinatevi senza paura ad un personaggio che sa coniugare come pochi queste due dimensioni. Take this ride!

Oh Boy OBR 016 (Singer Songwriter, Folk, 1997)

Franco Ratti, Out Of Time n. 22, 1997

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