Il genere rockabilly ha avuto tra i suoi capostipiti i grandissimi Stray Cats, band che ha avuto il merito di rincollare le vecchie e nuove generazioni, partendo dagli ‘eroi’ del rock’n’roll, leggi Eddie Cochran e Gene Vincent, per arrivare al nuovo rockabilly anni ’80. I Riptones sono degni seguaci degli Stray Cats, provengono da Chicago, ed eseguono musica di qualità, che non ha nulla da invidiare ai loro predecessori. Già con Extra Sauce, CD d’esordio, i Riptones si erano fatti notare; questo Cowboy Inn ne è il logico seguito, ma la band denota di aver raggiunto una grande maturità, pensando e calibrando ogni canzone in modo impeccabile.
Tutto il lavoro, specie in sede compositiva, è sulle spalle del leader Jeb Bonansinga, chitarrista e cantante dei Riptones. I suoi due ‘compari’ sono il bassista Earl Carter ed il batterista Kurt Weisend. Inciso ai Lone Scott Studios di Milwaukee, Winsconsin, questo Cowboy Inn ci propone rockabilly di maniera, con strizzate d’occhio all’honky tonk texano, e scorribande chitarristiche affidate agli ospiti Andon T. Davis, Ian Spanic e Frank Anderson. La mano veloce sullo strumento e la grinta non mancano di certo ai Riptones, ascoltare per credere la ballata d’apertura del CD I Can’t And I Won’t. La band ci sa fare, il sound è convincente, a tratti travolgente, il prodotto finito e godibilissimo.
I Riptones fanno decisamente centro con brani come Til The Bottom Drops Out, Hey You’re Gonna Pay, Barberwire Scars, Run Around Man e Crazy Charlie.
Era da tempo che non ascoltavo un gruppo rockabilly non dozzinale, che sapesse rinverdire i fasti non troppo recenti dei grandi Stray Cats. D’altronde quando la musica è di qualità, non ha bisogno di troppi commenti o ‘promozioni’, perché si staglia automaticamente su altri prodotti del genere di scarso valore.
Bloodshot BS 044 (Alternative Country, Rockabilly, 1999)
Fabio Nosotti, fonte Out Of Time n. 31, 1999
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