Rodney Crowell - Ain't Living Long Like This cover album

Un altro outlaw si fa avanti. Rodney Crowell, compositore abbastanza noto e rispettato, ci presenta il suo primo LP. Un disco che era molto atteso vista la crescente considerazione che il giovane musicista si era conquistato negli ultimi anni nel campo del country-honky tonk-rock. Le sue canzoni, che hanno cominciato a circolare due tre anni fa interpretate soprattutto da Emmylou Harris e Jerry Jeff Walker, hanno sempre incontrato il favore di pubblico e critica. Sì che da più parti si andava chiedendogli di provare. Rodney finalmente l’ha fatto. E non senza darci qualche sorpresa visto che ha deciso di non affidarsi esclusivamente al suo materiale ma di interpretare anche altri autori, lasciando così fuori alcune sue buone composizioni conosciute.
Comunque il disco è bello, non c’è dubbio. Soprattutto è vario, pur restando nell’ambito musicale descritto. Inoltre è molto ben arrangiato e curato. I musicisti che lo accompagnano sono, infatti, tra i più noti e quotati session men del giro di Nashville, alcuni dei quali recenti collaboratori della Harris. Si possono citare Hal Blaine, Glen Hardin, Emory Gordy, James Burton, Albert Lee, Hank De Vito, Ricky Skaggs, Byron Berline… La voce di Crowell poi sicura e decisa è indubbiamente personale.

Passando ad esaminare i pezzi la mia impressione è che i migliori siano proprio i suoi. I Ain’t Living Long Like This, che dà il titolo all’album, presente in Quarter Moon della Harris, è un bel rock&roll con un apprezzabilissimo duetto chitarristico tra Burton e Lee. Il protagonista di questa canzone è un individuo finito in prigione che non vorrebbe proprio più ritornarci. Voilà An American Dream con il suo ritmo reggae è molto bella. Il mito è la Giamaica con le sue spiagge sabbiose e il rum notturno. Baby, Better Start Turnin Em Down è un buon rock, notevole il suo finale strumentale bluesistico con armonica. Song For The Life è un pezzo prevalentemente acustico che potrebbe anche apparire il migliore della raccolta (vi partecipa anche Willie Nelson). Già Jerry Walker (A Man Must Carry On) e i Seldom Scene (The New Seldom Scene) l’hanno interpretata; difficile, anzi quasi impossibile scegliere la versione migliore essendo tutte di ottima qualità. California Earthquake è davvero stupenda. È un po’ una sfida lanciata ai sommovimenti della terra che, per quanto sempre temuti, non scoraggeranno mai l’ottimismo californiano. Devo però ammettere che la versione acustica dei Seldom Scene nel loro ottimo LP sopra citato mi affascina ancora di più.

Rodney ha scritto con Donivan Cowart Leaving Louisiana In The Broad Dayligh; già nell’ultimo di Emmylou, qui presente come in molti altri pezzi del disco come seconda o terza voce, è pure piuttosto buona ed è dedicata ad una ragazza che lascia la casa per seguire un travelling man. Elvira di Dallas Frazier è un rock blues del ’65 con un bel break di piano e Ry Cooder alla slide guitar. Non mi piacciono questi ultimi due brani: A Fool Such As I, una canzone d’amore sentimentale e un po’ sdolcinata di William Trader (1952) dove tuttavia Rodney effettua un buon assolo alla chitarra acustica e I Thought I Heard You un’altra vecchia country love song di Lee Emerson (1956). Restiamo a vedere come andrà per il nostro Crowell, ma tutto lascia pensare che la strada sia giusta e ben imboccata.

Warner Brothers 3228 (Singer Songwriter, 1978)

Raffaele Galli, fonte Mucchio Selvaggio n. 12, 1978

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