Rodney Crowell - The Houston Kid cover album

Che Rodney Crowell avesse voglia di rimettersi in gioco, dopo una lunga carriera di session-man, prima, e di fortunato autore e interprete, poi, sembrava poco probabile. Non gli mancano fama, fortuna e reputazione, ma ha anche il coraggio di passare ad un’indipendente e ripartire, a più di quattro anni dall’ultimo lavoro in studio, con un album splendido, ricco di belle canzoni, ben suonato, in una impeccabile dimensione che sta tra il country ed il rock cantautorale dalle reminiscenze ’70s.
The Houston Kid non solo ci riporta al Rodney Crowell migliore, tanto come autore che come interprete, ma ci mette di fronte ad un uomo motivatissimo, carico di entusiasmo come di passione che sembrano uscire, a volte dirompenti (Telephone King), altre intrise di una vena poetica, delicata ed introspettiva (I Wish It Would Rain, Banks Of The Old Banderas), da ogni canzone.
Rodney, per anni legato alla famiglia di Johnny Cash grazie al matrimonio con la figlia Rosanne, conosce i musicisti giusti di Nashville e ne fa uno straordinario uso. La seconda voce è John Cowan, gli strumentisti sono Pat Buchanan, Michael Rhodes, John Hobbs, Steuart Smith, con centrate apparizioni di Benmont Tench, John Jorgeson, Steve Conn, Kenny Greenberg, Kenny Vaughn e Charlie McCoy in alcuni brani. Quando ricorda della prima volta che ha ascoltato Johnny Cash cantare I Walk The Line, scrivendoci attorno una canzone che riprende il ritornello della medesima (I Walk The Line (Revisited)), è l’apoteosi. Johnny Cash duetta con lui nella parte di sé stesso con un cammeo di classe pura in un medley d’autore, dove Rodney non è da meno nel fare entrare ed uscire di scena tanta voce e tanta canzone.
Attenzione, non è il solo momento di grande suggestione in un’opera che coniuga country e rock, ‘d’autore’ naturalmente!

Sugar Hill 1065 (New Country, Traditional Country, 2001)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 38, 2001

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