A circa cinque anni di distanza dall’esordio di Honky-Tonk Union e senza dimenticare il live Real To Reel ed il corposo Sonoran Hope And Madness, ecco riapparire sui nostri lettori la fiera compagine di Roger Clyne & The Peacemakers, una realtà assolutamente da scoprire, almeno per coloro che non la conoscessero già. Roger Clyne ed i suoi pards non fanno country-music, quindi non vi tragga in inganno la presenza del termine ‘honky-tonk’ nel titolo del primo album, il loro sound è pura ‘americana’, musica che arriva direttamente dal deserto dell’Arizona, con un orecchio attento alle sonorità care a John Mellencamp.
Dal 1999 la formazione ha subito pochi rimaneggiamenti se si eccettua la defezione del chitarrista Scotty Johnson (presente nei primi tre dischi): Roger Clyne continua a cantare da solista e suona chitarra ed armonica, Steve Larson si occupa del (vasto) parco chitarre, Danny White e P.H. Naffah costituiscono la solida sezione ritmica, senza dimenticare che il ruolo di voce corista risulta appannaggio di tutti i membri del gruppo.
Già l’apertura di Americano!, che è anche il title-track, è una sferzata elettroacustica di grande presa e di altrettanto grande effetto: voce grintosa, chitarre arrembanti ed una sezione ritmica assolutamente magica. Partenza al fulmicotone. Counterclockwise è il secondo brano, ma dobbiamo essere attenti all’ascolto, perché il tiro è il medesimo: grande voce con un bell’uso dell’accordion (Skip Edwards) in sottofondo. I Don’t Need Another Thrill non mostra alcuna intenzione di spostarsi dal clichè che ha contraddistinto i primi due brani ed è un’altra fulgida rock-ballad, ben scandita e determinata. Con Switchblade sembra che le atmosfere si rilassino un poco: chitarra acustica e voce strascicata che narra di un viaggio per celebrare il 4 Luglio in Messico, ma l’orecchio non tradisce il lungo ascolto del rock di un certo Bruce.
Medesime riflessioni anche per la seguente Leaky Little Boat, decorata di improbabili implicazioni reggae. God Gave Me A Gun rimette a posto l’impostazione rock che aveva caratterizzato l’inizio dell’ascolto. Loco To Stay Sane ha un’andatura strascicata, giocata sul dualismo organo/chitarra elettrica solista, fino a quando entra in gioco la voce di Roger. Le valutazioni relative a Mexican Moonshine sono abbastanza ovvie, dato l’evidente sapore mariachi del brano, con tanto di tromba (Lee Thornberg) e chitarre acustiche inconfondibili: grande brano ed un classico istantaneo.
Your Name On A Grain Of Rice ripropone i canoni della ballata elettroacustica, con la chitarra elettrica solista abbinata alla voce, su di un tappeto di ritmiche acustiche, forse ricorda certe cose dei primi Poco e dei primi Eagles. Love Come Lighten My Load ha il passo spigliato dei brani tipo ‘music for fun’, ma ci sta tutta anche in questo contesto. L’elenco degli undici brani riportati sul retro del CD si conclude con Leave An Open Door, ballata interlocutoria, che si apre solo nella seconda parte poi, dopo un breve intervallo, ecco la solita ‘ghost-track’ sotto forma di un altro rock scanzonato con una bella chitarra-baritono.
Non abbiamo ancora detto però che Americano! contiene il CD audio di cui abbiamo appena disquisito ed un DVD a tiratura limitata della durata di 50 minuti, che documenta la realizzazione del disco: un footage interessante, che ci permette di avere un approccio diverso alla musica contenuta nel CD, che è comunque davvero interessante e valida: adesso tocca a Voi darVi da fare per reperirlo.
EmmaJava EJRD-6007 (Roots Rock, 2004)
Dino Della Casa, fonte TLJ, 2005
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