Roger Wallace - Hillbilly Heights cover album

Tutti i giornali di Austin lo dicono: il 2000 sarà di questo ragazzo da Knoxville, Tennessee, che sembra uscito dal nulla sulla scena locale già così affollata di talenti. Una voce impregnata di whisky fatta per cantare country ed una grande propensione per scrivere testi che si avvicinano più che mai alla definizione di poesia popolare.
Willie, Townes e Billy Joe stanno ad ascoltare e sono sicuro che persino il vecchio Merle Travis di lassù se la gode a sentirlo cantare Working On A Coal Mine, purtroppo non inclusa nel CD.
Qualcuno ha paragonato questo disco di esordio con quello di Dwight Yoakam Guitars, Cadillacs, etc . Si potrà non essere d’accordo (se non altro perché Wallace, pur timido introverso, è decisamente più simpatico e più vero del divo di Bakersfield) ma la qualità e la potenza dei brani potrebbero giustificare il paragone.

Sta di fatto che per confezionare questo prodotto eccezionale, il ragazzo si è fatto assistere da un bel gruppo di specialisti di hard country: Jim Stringer e la sua chitarra che lo accom­pagnano abitualmente su tutti i palchi della città, Marty Muse alla steel, Brad Fordham al basso e con­trabbasso, Lisa Pankratz alla batteria, i violinisti Erik Hokkanen e Elana Frem­erman, Shaan Shirazi alla chi­tarra elettri­ca, ed ognu­no di loro ce la mette vera­mente tutta per farvi struggere dentro.
Sentitelo cantare di cuori spez­zati, solitudine (un titolo sopra tutti: Moonlight Never Shines On A Loner), bar (Wine By Wine, Wishful Drinking), amori pazzi (Crazy Love), strade pol­verose e vi meraviglierete a pensare alla naturalezza con cui canta di esperienze che sfidano la sua verde età ma soprattutto vi renderete conto che quanto si è finora detto di lui è più che giustificato.
E’ facile verificare quanta poca o nulla differenza ci sia con i testi dei grandi che ha scelto di interpretare: Jerry Reed (I’ve Had Enough), Kris Kristofferson & Shel Silverstein (Your Time’s Coming), Wynn Stewart (I Don’t Feel At Home), Larry Kingston (Hang On Sally).
Se dal vivo deve ancora affinare la sua presenza di palco e la sua personalità deve ancora rivelarsi completamente, su CD Wallace presenta ogni suo lato nella versione migliore. Egoisticamente parlando, c’è solo da sperare che, nel caso qualche A&R se lo porti a Nashville, lui possa rimanere autentico così com’è, come pochi.

Texas Round (Honky Tonk, Traditional Country, 1999)

Fabrizio Salmoni, fonte Country Store n. 53, 2000

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