Ry Cooder - Election Special cover album

Ogni tanto ti imbatti in lavori che ti lasciano perplesso. Non sai quale approccio usare: parli della musica (e la recensione finisce lì) o ti esprimi su quello che dicono i testi (e allora non basterebbero dieci cartelle) o ancora scendi ad un compromesso tra le due cose (e fai la classica figura del pirla senza un minimo di nerbo ed un briciolo di fantasia).
Del Ry Cooder chitarrista e musicista (firma tutte le composizioni di Election Special, canta divinamente e suona ogni strumento eccetto la batteria, nelle mani del figlio Joachim) è stato detto e scritto forse più del dovuto e la sua eccellenza non è in discussione, tanto meno in questo caso: ci sono brani egregi, la maggior parte, con un suono estremamente moderno, scarno e sintetico, che a ben sentire affonda però le radici nella tradizione (e qui si chiama blues, gospel, tex-mex sotto forma di mariachi ed addirittura prebluegrass e country bluegrass); c’è l’inseparabile mandolino supportato da una sezione d’archi che più si ascolta e più affascina (Brother Is Gone) ed indiscusso protagonista di uno splendido assolo in Going To Tampa; un omaggio fin troppo evidente allo springsteeniano Nebraska in Guantanamo (forse la meno convincente); una strizzata d’occhio agli anni Cinquanta in The Wall Street Part Of Town (in odore di santità); ci sono infine le sue liriche, concentrate sull’attuale situazione politica, economica e sociale americana, sotto forma di una fredda, distaccata, ironica e satirica visuale (pessimistica anziché no).

Un esempio per tutti. Riguardo il candidato repubblicano mormone Mitt Romney, diretto concorrente del democratico Obama nelle prossime elezioni, Cooder riporta la laconica frase del Rev. Al Sharpton: “Come ha trattato il suo cane la dice lunga sul soggetto…” (Romney lasciò l’animale al sole in una gabbia sul tetto della macchina per dodici ore in occasione di un viaggio in Canada). Il nostro spiega: “Se parli dell’uomo nessuno ti ascolta, racconti l’episodio del cucciolo e tutti penderanno dalle tue labbra”. Da questa considerazione parte Mutt Romney Blues, e concedetemelo, sembra un Blind Willie McTell d’annata a braccetto con Randy Newman.
Alta qualità, come al solito, ma Election Special non è un disco che faccia gridare al miracolo, musicalmente discorrendo.

Nonesuch 7559796163 (Folk, Roots Rock, 2012)

Pierangelo Valenti, fonte Suono, 2012

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