Nata a Malmoe in Svezia ma da alcuni anni residente in Canada, a Toronto per la precisione, città che ha dato moltissimo dal punto di vista musicale e che rappresenta uno dei centri nevralgici della musica di quella grande nazione, Sarah MacDougall è una delle più promettenti cantautrici della sua generazione, un’artista dalla profonda sensibilità e grazia.
The Greatest Ones Alive arriva due anni dopo l’apprezzato debutto di Across The Atlantic, disco che aveva svelato qualità decisamente sviluppate in questo suo nuovo lavoro. In questo suo album infatti troviamo una musicalità affascinante e profonda, un suono che potremmo definire alternative folk, un pregnante punto di incontro tra la tradizione canadese dei grandi cantautori e l’approccio contemporaneo e minimalista a queste tematiche. L’album, inciso tra Vancouver e Whitehorse, nell’estremo nord, ben delinea e descrive i luoghi fonte di ispirazione di Sarah MacDougall, le sensazioni e il fascino ovattato di un mondo in cui riesce comunque ad entrare cuore e passione a dispetto del gelo esterno.
La produzione è della stessa MacDougall con l’appoggio esperto di Matt Rogers e Bob Hamilton, due nomi noti della musica canadese, i suoni sono come detto eterei e scarni ma mantengono intatto tutto il loro fascino grazie alle chitarre acustiche ed elettriche e alle tastiere dello stesso Matt Rogers, alla pedal steel e alla chitarra weissenborn di Tim Tweedale, alle voci di Awna Teixeira delle Po’ Girls, di Kim Beggs, notevole cantautrice, e di Gordie Tentrees. Dall’iniziale Sometimes You Lose, Sometimes You Win alle pregevoli ed esplicative Permafrost, It’s A Storm! (What’s Going On?) e Cold Night il disco si affida a melodie che hanno solo bisogno di un pizzico di attenzione e riflessione per essere pienamente penetrate.
Un disco che cresce moltissimo con gli ascolti e che accompagnerà con armonia e poesia le nostre serate.
Rabbit Heart RHM01 (Folk, Singer Songwriter, 2011)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2012
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