Un doppio CD speciale, al prezzo di un singolo soltanto, con 27 canzoni dal vivo di cui cinque totalmente inedite e dieci brani originali in oltre 130 minuti di musica. Questa in sintesi la disanima di Live Groove! dell’uragano Scott Finch.
Musicista sulla breccia fin dagli anni 60, nonostante i suoi primi successi li abbia raccolti soltanto negli anni 80. Hendrixiano di razza, Scott Finch, chitarrista di Milwaukee non ha ancora raccolto i giusti tributi anche se questo potente Live Groove! gli rende giustizia. Si esibisce in trio, accompagnato da Dave Braun (ex Spanic Boys) alla batteria e dal bassista Peter Alt.
In Italia gode di una certa popolarità grazie anche all’interessamento di Armando e Giorgio Mangora (Comet Records/Akarma) che pubblicano i suoi album e li producono.
Rock-blues viscerale in una cascata di suoni. Questo disco live è una prova tangibile della tecnica, della bravura di un simile artista.
L’iniziale Scott’s Boogie di oltre sette minuti è un esercizio sonoro davvero notevole. Eccellenti le cover presentate: Memory Pain (Percy Mayfield), All Along The Watchtower (Bob Dylan) e in chiusura del primo CD tre brani dello stesso Jimi Hendrix, Fire, The Wind Cries Mary e Spanish Castle Magic in un fraseggio sonoro e con una furia selvaggia degna soltanto dei più grandi chitarristi mai esistiti.
Il secondo CD riprende un repertorio ancora più blues, da Spoonful di Willie Dixon a Hoochie Coochie Man di Muddy Waters. Anche alcuni piccoli capolavori di southern rock, come Southbound della Allman Brothers Band e poi Neil Young (Down By The River), Beatles (Tomorrow Never Knows).
Con la sua musica Scott Finch improvvisa una nuova avventura verso galassie lontane.
Voto: 8 §
Perché: nonostante i paragoni con il geniale e irraggiungibile Jimi Hendrix siano scontati, Scott riesce ugualmente a trovare una sua giusta dimensione.
Horizons/IRD HZ 006/3 (Roots Rock, 2001)
Aldo Pedron, fonte JAM n. 84, 2002