Da quando ha lasciato i Biscuit Burners, band del North Carolina con la quale ha condiviso la passione per certa musica tradizionale tra country e bluegrass, Shannon Whitworth ha intrapreso un percorso che l’ha portata a diversificare parecchio la propria proposta. Se i suoi primi due dischi, No Expectations del 2007 e Waterbound del 2009, quest’ultimo accostato a Wrecking Ball di Emmylou Harris per una ricerca negli arrangiamenti originale e decisamente contemporanea, hanno affinato doti narrative ed immaginifiche sempre più lontane dalla tradizione, questo High Tide completa una maturazione che la avvicina ad un alternative country elegante e sofisticato.
La produzione di Seth Kauffman è più vicina ad un indie rock in cui lievi sono le influenze appalachiane ma il cui fascino rimane inalterato e dove permangono chiare le assonanze con l’attuale panorama tra rock e radici, con riferimenti agli Arcade Fire, Mazzy Star e certo Mark Knopfler.
High Tide è un album che cresce naturalmente con gli ascolti, insinuandosi nella mente e nel cuore dell’ascoltatore proprio come un’alta marea, arricchendosi ogni volta di gradazioni e di particolari. Se la canzone che dà il titolo alla raccolta, Another Time, la sinuosa e sensuale Don’t Lie, la più pop La Croix, le tinte country di Waiting e di Hot August Evening risultano i momenti più immediati ed orecchiabili, è l’intero ‘corpo compositivo’ a risultare positivo, ponendo Shannon Whitworth tra le figure femminili più particolari nell’ambito americana, alla ricerca di un suo suono personale ed autentico. Va quindi dato merito alla cantante ed autrice residente nella quiete bucolica di Brevard, N.C. di cercare nuove ed interessanti strade sonore.
Autoprodotto (Country Pop, Singer Songwriter, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013
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