Slobberbone - Slippage cover album

Sino a ieri chi conosceva gli Slobberbone per averli incontrati nelle periferie d’America o d’Europa, territori che il quartetto di Denton, Texas, batte con tenace persistenza, e per averli ascoltati nel più recente e fortunato tra i loro lavori, Everything You Thought Was Right Was Wrong Today, non poteva non avvertire una sostanziale distanza tra quanto usciva sul palco e quello che il disco invece, con brillante produzione, presentava. Lì, nel disco, accanto alla istintiva e tutto sommato semplice aritmetica di un american rock innervato da attitudini punk e garage, svettavano cascate di strumenti della tradizione country/grass come mandolini, banjo, violini, a suggerire tentazioni country/punk. In realtà, accesi i pallidi riflettori delle sale di provincia, gli Slobberbone erano chitarre e amplificatori vintage e ritmica senza fronzoli, con buona pace delle suggestioni roots.

Slippage rimette un po’ d’ordine in questo piccolo equivoco, buttando gli strumenti e le pulsioni del country dalla finestra, recuperando massicce quantità di chitarre, aggiungendo essenziali coperture di organo e pianoforte, senza peraltro modificare una virgola della scrittura, che il leader Brent Best ha ormai consolidato nel più classico american rock. Nessuna vera novità insomma, ma un approccio più rigoroso, e tutto sommato più onesto, alla vera natura della band, tra gli act più eccitanti attualmente in circolazione nella scena genericamente intesa come ‘Americana’. Guardando più in profondità (ad esempio in Sister Beams o Down Town Again), o nella scelta di una cover come To Love Somebody (cavallo di battaglia dei primi Bee Gees), echi di british invasion. Piccoli dettagli, che rendono Slippage non solo più intrigante, ma nel suo complesso il disco più omogeneo della formazione texana.

New West 6041 (Alternative Country, 2002)

Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 88, 2002

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