Il titolo parla chiaro, “meglio tardi che mai”, ed infatti era proprio ora che Zabeo si decidesse ad incidere un disco, visto che da anni è nel blues, sia come chitarrista della Blues Society di Guido Toffoletti che come apprezzato leader dei TV Mama.
Quando l’ho intervistato per la mia rubrica Targato Italia Zabeo era stato molto preciso sul progetto musicale che portava avanti con il suo gruppo, una musica mi aveva detto, che cammina verso il blues ma che è rock blues ed infatti tra i suoi riferimenti citava un nome come quello di Winter.
Di fronte alla prima prova discografica il discorso, che già camminava verso il blues, si è concretizzato in un album dai dichiarati toni blues, un disco cantato con un animo blues e questo è importante perché il canto in questa musica è tutto ed è improprio andare sempre e soltanto ad ascoltare il chitarrista e i suoi solo. Certo Zabeo anche da un punto di vista chitarristico non si tira indietro, anzi in ogni pezzo lo si può ascoltare in costruzioni e tessiture chitarristiche obbligate, ma rese con estremo calore.
Brani come You’ve Got To Love Her With A Feelin’ o Please Send Me Someone To Love possono rappresentare il modello più adatto per capire il disco perché oltre ad ottime cose chitarristiche Zabeo canta in modo equilibratissimo senza sconfinare nella forzatura, operando nei limiti, in quei sottili limiti che poi alla fine distinguono un cantante di blues o che lavora verso questa direzione, dalla marea di apprendisti stregoni del blues di cui va popolandosi il nostro paese.
Dei dieci brani che compongono l’LP, cinque sono scritti dal chitarrista, per il resto si assiste ad una piccola sfilata di classici che va da Little Red Rooster a Rollin’ & Tumblin’.
Ad aiutare Zabeo in questo primo riuscitissimo lavoro discografico troviamo Gigi Todesca al basso e Bebo Baldan alla batteria. Tra gli ospiti Paolo Ganz, Paul Millns, Willy Mazzer.
Splasc(h) CB 002 (Roots Rock, 1988).
Giuseppe Barbieri, fonte Chitarre n. 32, 1988