Al secondo album Stoll Vaughan, roots rocker proveniente dal Midwest, porta a termine il suo lavoro più compiuto, un pregevole viaggio sulle orme del più nobile cantautorato americano mediato da un irrequieto spirito da blue collar rocker. La produzione intelligente di Mike Wanchic, il cui nome è legato indissolubilmente a quello di John Mellencamp per la lunga militanza nella sua back up band in qualità di chitarrista, gioca un ruolo fondamentale nel definire un suono a metà tra James McMurtry e lo stesso Mellencamp, senza dimenticare la lezione musicale di Bob Dylan. Se un brano come Savior sembra infatti uscito direttamente da un Blood On The Tracks o da Planet Waves di Mr. Zimmerman, canzoni come Man That Cares rendono pienamente giustizia ad un autore personale e ad un musicista con le carte in regola per poter esprimersi in maniera così lodevole anche in futuro.
Stoll Vaughan riesce a sorprendere per freschezza melodica e brillantezza di suoni oltre che per profondità e intensità lungo tutto lo svolgimento di un disco degno di grande attenzione da parte di chi segue il panorama americana. Complain, Alright, Between You And I e Fade Away (ballate desertiche con il sapore scarno ed affascinante del miglior McMurtry), la dylaniana, acustica Seen Moments e la più elettrica Love Like A Mule fungono da spina dorsale per un album da consigliare caldamente. Un album che riconcilia sia gli amanti della canzone d’autore che quelli di un genuino roots rock.
Shadowdog 74192 (Roots Rock, Singer Songwriter, 2006)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2007
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