Non vorrei essere scortese, ma mi tocca di recensire un nuovo disco di questa Tammy Rogers della quale mi occupai già in occasione del suo In The Red, con tale Don Heffington. Non fui tenero all’epoca: dopo diverse critiche conclusi con un “Avrei voluto ascoltare Tammy Rogers alle prese con un repertorio più valido; il giudizio è sospeso e rinviato alla prossima prova”.
Bene, ci siamo. Scomparso Don Heffington anche dalle note di copertina di questo The Speed Of Love, il risultato non mi sembra che cambi. Stavolta Tammy si cimenta come autrice (di musica, testo, o entrambi).
Cercherò di usare aggettivi ‘leggeri’: é banale, ovvio, moscio, noioso. Si tratta di canzoncine facili facili con arrangiamenti soft-pop. Cose sentite e risentite, non c’è mai un momento ‘alto’ che susciti interesse o altro; neanche il pezzo che da il titolo al disco, e dal quale mi aspettavo qualcosa di più.
I soli brani che si elevano dal banale sono The Train, How Can I Lose (molto nashvilliana) e la mossa Mama’s Got Some Money (che chiude il CD).
Conclusione: sono stato tentato di passare la recensione a qualcun altro, anche per non dare l’impressione di avere qualcosa di personale con Tammy, ma poi ho pensato di chiudere il discorso aperto con la recensione precedente. Il ringraziamento finale “Thanks for supporting independent music” mi ha fatto riflettere: se produrre musica indipendente significa produrre dischi di questa levatura…
Dead Reckoning DEAR 0013 (Singer Songwriter, 1999)
Mariano De Simone, fonte Country Store n. 54, 2000