Terry Allen - Human Remains cover album

Alla prima occasione di un’autentica produzione, Terry Allen dimostra tutto il suo valore unendo compiutamente le capacità di autore a quelle di interprete ed arrangiatore.
Definito in più modi: “Il Pavarotti delle pianure”, “il Randy Newman texano”, “un cantastorie per eccellenza che è un fuorilegge, un poeta, un ribelle con una penna”, Terry Allen ha raggiunto lo stesso leggendario status di personaggio culto di un Van Zandt o di un Guy Clark, capaci di catturare e distillare in canzoni la mistica del Texas.
Un altro Lubbock-hero che dalla seconda metà degli anni ’70 ha raggiunto il livello di tesoro nazionale nel Texas e le cui songs hanno fatto il giro del mondo grazie ai Little Feat, New Delhi Freight Train, Joe Ely e R. E. Keen, Amarillo Highway, e tanti altri interpreti texani e non.
Per l’essersi dedicato prevalentemente negli anni ’90 alla scultura e all’allestimento di opere teatrali come Chippy, Pioneer, Leon And Lena, Pedal Steel ed il lavoro multimediale Juarez diretto da David Byrne, Terry Allen è stato definito dal Los Angeles Time un ‘Renaissance man’.

Human remains, prodotto da Terry con Lloyd Maines per la Sugar Hill che, dopo Lubbock, ha acquisito anche il diritto dell’intera sua discografia, lo ripropone in veste di songwriter. Registrato tra Lubbock e Austin propone questo cantante-pianista al meglio delle sue possibilità espressive grazie ad una produzione ad altissimi livelli che vede accanto al meglio dei musicisti locali, Lloyd Maines, chitarre, pedal steel, Richard Bowden, mandolino e violino, Ponty Bone e Bukka Allen, accordion, Donnie Maines, batteria, una schiera impressionante di ospiti.
Ogni brano di Human Remains è personalizzato dalla presenza di strumentisti di prim’ordine, ad iniziare dal Talkin’ Heads David Byrne, chitarra e voce, pronto a restituirgli il favore della collaborazione alla colonna sonora di True Stories, e a numerosi coristi di gran fama,
Le canzoni di Terry Allen sono un ritratto ironico e disincantato dell’America e dello stesso Texas, visto come un rifugio in Gone To Texas, il lungo brano di apertura che inizia il viaggio ai ritmi accennati dal piano di un Allen in gran spolvero tanto come interprete che come autore. Un capolavoro che cerca di catturare per esprimerlo quello ‘state of mind’ che è il Texas per i texani.

Room To Room è una tipica country-song che parla d’amore ma il passo e la voce sono tipiche di Terry mentre la brava Lucinda Williams rivaleggia con il violino di Richard Bowden.
Stesse atmosfere per Back To Black, ancora country con Lucinda e Allen in duetto.
Profumi caraibici e latini nella successiva Wilderness Of The World, belle le sonorità slide di Maines con l’accordion di Bukka Allen, mentre Little Sandy, percorsa da cornamusa e violino è tipicamente ‘scottish’ ma con le asciutte atmosfere delle praterie.
Buck Naked è una composizione di David Byrne splendidamente arrangiata con tuba e trombone, Joe Ely, voce ed armonica, e stesso Byrne cori, contribuiscono a renderla ancor più appetibile.
Il gran crescendo finale parte dalla popolare What Of Alicia, una delle sue border songs più belle e toccanti, Ponty Bone, accordion, e Charlie Sexton, slide guitar, sono della partita, prosegue con la fiatistica That Kind Of Girl, trombone e clarinetto a far da contrasto al pianismo di Terry.

Galleria Delle Armi è una canzone sulla seconda guerra mondiale dal curioso titolo in italiano scritta con Will Sexton, presente alla chitarra e voce. Molto bello e drammatico l’arrangiamento acustico a sottolineare la voce di Allen.
Crisis Site 1311, dall’intro elettrico e duro, si stempera subito negli altalenanti ritmi dì Terry Allen che prosegue con Peggy Legg, tra country e swing con il clarino di Stan Smith e la bella voce di Jo Carol Pierce.
Chiudono After The Fall, visionaria immagine dei passato attraverso notti psichedeliche con la tangibile presenza di Byrne, e Flatland Boogie, dai toni decisamente più comuni e cari al nostro texano. Allen spazia in compagnia di Lucinda Williams tra Texas e border in una magistrale ballata acustica con una bella parte corale ad affiancare piano e violino nel finale.
Cosa chiedere di più al ‘mago di Lubbock’?

Sugar Hill SHCD 1050 (Singer Songwriter, Alternative Country, Country Rock, 1996)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 14, 1996

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