Terry Eldredge - Making The Rounds cover album

Qualcosa deve essere cambiato nel modo in cui si pensano e producono i dischi: dall’invenzione dell”album’ (LP, cassetta o CD che sia) almeno 30 anni fa, c’è sempre stato qualcuno, nel team di produzione, addetto al ‘mettere in ordine’ i pezzi in modo da dare un senso compiuto alla loro scaletta, tipo un paio di pezzi veloci, possibilmente in tonalità diverse, poi un lentaccio d’atmosfera, quindi un qualcosa di tempo medio ma swingante e via così. Il criterio di base è come sempre quello di intrattenere, di conquistare l’attenzione dell’ascoltatore e tenerla il più a lungo possibile. Pare che tutto ciò non sia più importante al giorno d’oggi, forse per una maggiore attenzione nei confronti del famigerato ‘airplay’, cioè della frequenza con cui i pezzi vengono trasmessi, ovviamente uno alla volta e non come album intero, a radio o televisione. Deve essere per forza così, altrimenti non ci si spiegherebbero CD come il nuovo Bass Mountain Boys Love Of A Woman, in cui possiamo trovare quattro o cinque pezzi veloci (velocità identica!) di fila, con la ovvia conseguenza stigmatizzata da Bill Keith nella quasi storica frase “Quando tutto è veloce, niente è veloce”.

Analoga patologia, ma di segno opposto, affligge questo secondo CD di Terry Eldredge: “Quando tutto è lento…”. Terry è bravissimo, anche se ormai la sua voce è quasi una clonatura di quella di Bobby Osborne, e dei musicisti che lo accompagnano, cioè la band degli Osborne, non si può dire che bene, ma almeno l’80% dei pezzi sono lenti, uno via l’altro, e il risultato finale è all’insegna dello sbadiglio, dove si finisce anche per incazzarsi, visto che i pezzi sono pure belli e ben suonati e cantati: sono solo pensati male come album da ascoltare nel suo insieme, e questo è vagamente assurdo.
Il duetto di Terry con Andrea Zonn scintilla in un paio di pezzi, Gene Wooten ci spiega cha a suonare il dobro da dio non c’è solo Flux, Sonny e il suo Granada sono magici quel tanto che basta a fare perdonare alla famiglia Osborne l’inutilità di certe frasi (fuori tempo) del mandolino di Bobby, e l’originalità di tutti i pezzi è graditissima in un mondo di cover, ma tutto ciò, per me, non basta a tenere vivace l’attenzione per i 12 (anzi, 13) pezzi del CD, maledetti loro!
Vi raccomando l’acquisto di Making The Rounds ugualmente, per la qualità elevata delle singole interpretazioni, ma non posso esimermi dal suggerirvi di ascoltarlo a rate, o registrando i singoli pezzi su cassette mix da autoradio… E ora mi vado a risentire l’assolo di Gene Wooten su We Could, che mi fa morire.

Pinecastle PCR 1034 (Bluegrass Tradizionale, 1994)

Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 27, 1995

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