All-Night Gang - Bluegrass From Nashville cover album

Station Inn è un nome magico per il bluegrassaro di qualsiasi paese, ‘la Carnegie Hall del Sud’, fondata e diretta per anni da J.T. Gray in quel di Nashville, Tennessee, meta dei pellegrinaggi di chiunque si trovasse a passare per Music City e volesse passare una serata indimenticabile di bluegrass.
Alla Station Inn può trovare chiunque da Bill Monroe a Jerry Douglas a vabbè proprio chiunque e i suoi boys. Alla Station Inn, nelle serate in cui non è programmato un gruppo fisso, avvengono le jam session (su palco) più incredibili, grazie ad una fauna locale ricca di artisti di formidabile levatura, e grazie al fatto che ormai la maggior parte delle bluegrass band  ‘maggiori’  ha base operativa  a Nashville.
L’amico Jean-Marie Peschiutta, ad esempio, passando per caso per la Station Inn una sera di dicembre del 1991, si trova di fronte alla famiglia McCoury, Del, Rob, e Ronnie, pure loro lì per caso, che vengono ‘forzati’ a suonare con gente da poco tipo Gene Wooten (dobroista par excellence, ora con gli Osborne), Jim Campbell (fiddle, con Jim & Jesse), Mike Bub (WearyHearths), Andrea Zonn (violino, ex Big Dogs, ora con Vince Gill), e ancora non crede al proprio videoregistratore quando rivede la session a casa sua!
E questo  All-Night Gang – Bluegrass From Nashville vuole essere una testimonianza  di quello che ci si può aspettare di ascoltare dalle band più o meno fisse che ruotano attorno alla Station Inn (o che ruotavano nel 1991).

Troviamo nomi come i già citati Wooten, Bub e Campbell, altri ‘dilettanti’ come Roland White, Stuart Duncan, David Grier, Richard Bailey, Bill Rose, Steve Thomas, Keith Little, Terry Eldredge o Blaine Sprouse (gente che quando non suona con Bill Monroe suona con gli Osborne Brothers o con Ricky Skaggs!), tutti impegnati, nella più completa rilassatezza, a donarci la musica che suonano quando vogliono solo divertirsi.
Devo purtroppo fare notare che questa ‘rilassatezza’ si avverte a tratti un po’ troppo, specie con un gruppo di nome Cluster Pluckers, che io regolarmente salto… Con  i New Kentucky Colonels, i Sidemen e  i Bluegrass Idles, invece, se si può in fondo lamentare una certa mancanza di tensione emotiva, verosimilmente da studio (specie dopo avere visto il famoso video di Jean Marie di cui sopra), il divertimento è assicurato, e la musica è del più alto livello.
A questo punto, da menoso quale sono sempre stato, mi chiedo perché i signori della Rebel non abbiano affittato un ‘moveble recordin’ studio’ e registrato tutto quanto dal vivo, in più serate, col calore della vera improvvisazione e la spontaneità di un ambiente familiare e squisitamente favorevole. Costi, dite? Può essere.
Raccomandato in ogni caso.

I Want Be Loved/Thinkin’ About You/ When The Roses Bloom In Dixieland/ Lonesome Road To Travel/ Be Good My Little Baby Girl/ Your Old Standby/ I’ll Take Take The Blame/ And The Wind Blows Through The Pines/ The Right Melody/ Poison Lies/ Get In Line Brother/ Til The End Of  The World Rolls Round.

Rebel CD-1693 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1992)

Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 15, 1992

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