Bills - Yes Please cover album

The Bills, quintetto canadese che proviene dalla west coast, è una delle più esuberanti, propositive e divertenti realtà della scena ‘north of the US’, una band i cui membri hanno una formazione jazz, rock e world e che è stata influenzata da Django Reinhardt, Sam Bush, Stan Rogers e da Chopin in parti uguali. A distanza di sette anni dal precedente ottimo Let Em Run, sette anni in cui i vari componenti si sono dedicati a progetti diversi, The Bills ritornano con la loro musicalità dinamica e mai banale in un disco che regala sorprese, grandi performances e un repertorio all’altezza delle attese.

Chris Frye, chitarra e voce solista, Marc Atkinson, mandolino e chitarra, Adrian Dolan, fiddle, fisarmonica e piano, Richard Moody, violino e viola e Scott White al contrabbasso, ‘giocano’ con influenze folk, jazz, gitane, bluegrass (o newgrass), classiche in un’alternanza di momenti riflessivi e travolgenti, con il denominatore comune di una classe strumentale cristallina.
Yes Please è consigliato a chi non ha preconcetti, a chi apprezza le commistioni tra generi, non fini a se stesse ma con l’intento di presentare un suono originale e personale che arricchisce l’ascoltatore, che lo avvicina a stili magari non conosciuti. Dalle superbe Hallowed Hall, Shining Face, Little Tribune, Pandora’s In Flames, la bluegrassy Blackberry Ivy And Broom e The Plant Song che tracciano il filo conduttore dell’album alle sorprendenti Scotch Bonnet tra celtico e gitano, After Music godibile mix di folk e classica, Love’s Medley nostalgicamente jazz e Quarter Century Mazurka, The Bills fanno emergere tutto il loro ingegno in un album veramente notevole.

Red House RHR-CD-267 (Bluegrass Progressivo, Folk, New Acoustic Music, 2013)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013

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