“If it works, don’t fix it!” è un motto che i Laurel Canyon Ramblers sembrano avere fatto proprio: constatata con Rambler’s Blues la validità della loro formula, fatta di adesione alla tradizione bluegrass, personalizzata con cori stile Kentucky Colonels o Country Gazette prima maniera (ma senza molto sconfinare nel ‘Disneyland sound’…), e insaporita con grosse dosi di tone, timing & taste, i signori Herb Pedersen, Billy Ray Lathum, Bill Bryson e Kenny Blackwell non hanno perso tempo nello sfornare un secondo CD simile al primo, inserendo nel gruppo l’ottimo fiddler Gabe Witcher a completare un sound già ben definito. Ospite ‘Leroy Mac’ McNees in un solo pezzo, dato che per il resto ci pensa Herb (anche il dobro!).
Se conoscete il loro primo progetto sapete già cosa aspettarvi, il che è dire molto: voci e strumenti ottimamente impostati a sostenere il suono d’insieme, con l’inconfondibile banjo di Pedersen e il grintoso mandolino di Blackwell sostenuti dal roccioso ritmo di Bryson e Lathum, e con il variopinto fiddle di Witcher ad aiutare negli assoli. Atmosfere variate, con molti classici (Bad Case Of The Blues da Stanley, Here Today And Gone Tomorrow dai Browns, Just When I Needed You da Johnny & Jack, più i gospel Preachin’, Prayin’, Singin’ e It Won’t Be Long), ma anche diversi originali firmati da Bryson, Blackwell, Witcher e Pedersen (con l’ormai immortale Wait A Minute), e persino un Everly Brothers. Suono O.K. (meglio nel primo CD), buon gusto, e il piacere di ricredersi su Billy Ray… Raccomandato.
Sugar Hill 3852 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1996)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 37, 1997
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