Accade di tanto in tanto di imbattersi in gruppi formati da giovani musicisti che per stile, repertorio e ispirazione ripropongono quasi fedelmente e senza troppi stravolgimenti modelli di un passato più o meno recente. Capita che alcuni di questi riescano ad avere un buon successo anche commerciale mentre altri restino un po’ ai margini dell’industria discografica puntando molto di più su una attività live quasi giornaliera che però consente loro di raccogliere fans fedelissimi in ogni angolo del pianeta.
Una delle migliori espressioni di questo movimento è costituita dalle sorelle, Hulda, Grace e Sophia Quebe meglio conosciute come Quebe Sisters Band. L’alchimia è semplice tre violini e tre voci armonizzate in stile retrò, il tutto sostenuto da contrabbasso e chitarra semiacustica affidata alle sapienti mani Joey Mckenzie maestro e in un certo senso mentore delle tre sorelle texane oltre che responsabile di arrangiamenti e produzione dell’album.
Già il Texas… gran parte del repertorio delle Quebe proviene da quella miniera di canzoni costituita dalla musica western swing, tanto Bob Wills, canzoni di Fred Rose o Cindy Walker e forti influenze musicali da artisti come Spade Cooley. Ma molte e variegate sono le influenze stilistiche che compongono l’universo delle Quebe, troviamo tracce di jazz big bandistico, chiari richiami alla cowboy music mentre è evidente l’ispirazione a gruppi vocali femminili degli anni ’30 nell’intero lavoro di armonizzazione vocale del trio oltre a tracce di bluegrass soprattutto per quanto riguarda la parte strumentale.
Un po’ tutto quello descritto nelle righe che precedono è condensato in questo disco inciso nel 2007 nello storico Cash Cabin Studio di Hendersonville e ristampato nel 2011 dalla texana FiddleTone Records. Timeless cioè senza tempo, come i titoli presenti in scaletta, veri e propri standard immortali della musica americana, come lo stile musicale della band così chiaramente datato ma così altrettanto fresco e rigenerante.
Dicevamo del filo conduttore western swing ed ecco allora Roly Poly, Accross The Alley From The Alamo o Shame On You; si parlava di tinte jazzistiche e come non notarle nello strumentale Take The ‘A’ Train pezzo reso famoso dalle big band americane a cominciare da Duke Ellington e qui meravigliosamente condotto dai tre violini delle ragazze; e ancora che dire del tributo al genio di Ray Charles con la deliziosa versione di Georgia On My Mind; infine la cowboy music presentata sulle note di Tumbling Tumbleweeds o Along The Navajo Trail.
Il disco è in sostanza quasi perfetto, divertente e di facile ascolto ma anche ricco di interessanti spunti di pura tecnica strumentale e vocale, appassionante nella scelta degli arrangiamenti e mai ma proprio mai scontato. Il quasi è dovuto al fatto che dopo 14 bellissime tracce il disco finisce lasciandoti ancora tanta voglia di ascoltare la musica delle sorelle Quebe tanto forte è la sensazione di quanto siano in grado, malgrado la giovane età, di poter eseguire una varietà infinita di canzoni tratte dal vasto repertorio di classici a disposizione.
Certo l’attività live le tiene occupate per gran parte dell’anno con tappe in ogni angolo degli USA anche a fianco di nomi importanti o su palchi storici come quello della Grand Ole Opry o del Ryman di Nashville, ed è proprio sul palco che l’alchimia delle Quebe Sisters si esprime al meglio portando alla band un numero sempre maggiore di consensi anche nel nostro vecchio continente che le sorelle hanno già visitato con tappe in Francia, Gran Bretagna e Svizzera. Consensi che sempre di più arrivano da parte di nomi importanti dello show business americano: Marty Stuart, Connie Smith, Jimmy Buffett, Ray Benson, Ricky Skaggs sono solo alcuni dei personaggi che hanno già dichiarato il loro amore per la musica di Hulda, Grace e Sophia Quebe…e voi?? Non vorrete mica mancare a questo prestigioso elenco?! Vi serve solo un ascolto… il resto verrà da sé.
FiddleTone 00101 (Western Swing, 2007)
Roberto Galbiati, fonte TLJ, 2013