Radiators – Bucket Of Fish cover album

Sono nati in un periodo di transizione nella storia della musica di New Orleans. Dal ’78 in poi hanno visto sciogliersi i Meters, la funk band più popolare della loro città, formarsi i Neville Bros. e, poco dopo, morire il professore, il padre del r&b di New Orleans, l’impersonificazione stessa dell’anima di Crescent City.
Questo eclettico gruppo di musicisti si è unito sotto una buona stella e la favorevole congiuntura degli astri ce li fa ritrovare ancora insieme dopo sedici anni e sei albums. Bucket Of Fish, registrato dal vivo e lontano da casa nel ’92 a St. Paul, Minnesota, è ancora una volta la celebrazione della’Fish-head-music’, la conferma che parlano un linguaggio universale che comprende l’essenza stessa della musica americana.

Una mistura di soul, funk, r&b, blues, jazz e boogie si incontrano con elementi della cultura musicale bianca, ma anche con le contraddizioni di una città musicale per eccellenza che unisce all’apertura cosmopolita, dai tratti europei, quella afroamericana e caraibica, della superstizione e della magia.
Non è facile analizzare il composito rock di questa band, originalissimo e fiero figlio di New Orleans. Jim Dickinson, produttore di questo lungo live, cerca di incanalare al meglio il dirompente sound di questa band per sfruttarne al meglio l’enorme potenziale espressivo.
E’ uno sforzo titanico, i Radiators gli prendono la mano e sono quelli di sempre: indisciplinati giganti che percorrono, incontenibili, la musica americana. Ma è un piacere seguirli ed anche Lowell George e Professor Longhair, seduti nei posti più in alto, non si perdono un loro concerto.

Bucket Of Fish ripropone le loro ipnotiche e magiche sonorità southern, così caratteristiche dall’apparire uniche nel sound dei Radiators. Il repertorio spazia attraverso quindici anni di composizioni di Ed Volker, ripercorsi con naturalezza e senza enfasi, da chi è abituato a convivere con la propria storia.
Sorretto dalle tastiere di Ed Volker, il possente sound della band, basato su una ritmica di spaventosa potenza e duttilità, introduce due chitarre in grado di amalgamarsi come poche in taglienti fraseggi che lasciano il segno tanto in fase ritmica che solista. Amalgamate dalle tastiere di un songwriter capace di mettersi al servizio della band e front-man capace di interpretare, scrivere ed arrangiare, le chitarre di Dave Malone e Camile Baudoin trovano spazio e ben si integrano in un collettivo dal dirompente impatto sonoro.

Il frequente interscambio delle parti vocali, con frequenti entrate sulla voce solista sono un altro elemento caratterizzante che rende inconfondibile il rock di questa formazione.
Non a caso hanno la stessa line-up dei Feat e come questi riescono a catturare l’essenza della musica americana distillandola in modo unico e personale, spesso imprevedibile.
Rock, blues, boogie, funky, r&b, ritmi caraibici si intrecciano sinuosi in Bucket Of Fish per prendere ogni volta corpo diverso in ogni singola canzone.
I brani non originali di questo lungo CD sono tutti di matrice blues: Nasty Boogie Woogie, Champion Jack Dupree rivisitato con rara potenza e vigore come il John Lee Hooker di I’m In The Mood, mentre Straight Eight è uno scintillante tributo al blues-man bianco Spencer Bohren, altro poco conosciuto ‘local hero’.

In un’enfasi di ritmi la magia più grande viene da una toccante ballad dai toni Bandiani, March On Down To Valentine che, scusate la frase fatta, non solo vale il prezzo del biglietto ma anche la tessera a vita del ‘Fishhead’ fan club.
Per cortesia non parlatemi di bands misconosciute di nuovo rock, sono i ‘Radiators – America’s best unknown band’. La magia che c’è nel loro suono sembra non bastare a render loro giustizia.

Croaker CR 1494 (Roots Rock, 1994)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 6, 1994

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