Questa recensione la leggerete circa 20 giorni prima del nostro 6° Festival, al quale, oltre le ottime bands italiane, parteciperanno i cecoslovacchi Monogram con il loro accattivante bluegrass e gli olandesi Ragtime Wranglers con le loro deliziose Ranch Girls. Detto questo, potete già concludere che, avendoli invitati a suonare per noi, li abbiamo trovati così validi da chieder loro di percorrere oltre 1.500 Km per raggiungere il Cowboys’ Gueest Ranch. Ebbravi, ci siete arrivati, le Ranch Girls sono spassosissime!
E questo disco è la prova tangibile del loro ottimo livello. Non le abbiamo scelte ad occhi chiusi, ci sono state consigliate da un amico tedesco organizzatore di concerti e buon intenditore di musica bluegrass e country, il quale dopo aver assistito ad un loro concerto, ci ha addirittura assicurato che il disco, nonostante sia buono, non è rappresentativo al 100% di quell’entusiasmo ec energia che le ragazze & band riescono ad impiegare in versione live.
La musica di questa band è quella sorta di hill-rocka-country-grass-billy che entusiasmava i giovani americani durante gli anni ’40 e ’50. I loro riferimenti sono Patsy Cline, Wanda Jackson, Rose Maddox, Louvin Brothers, ecc, ovvero artisti di quel periodo, un periodo in cui gli stili erano ancora poco definiti, e stavano subendo quelle fusioni che li avrebbero portati in seguito ad essere riconosciuti con denominazioni differenti.
Ma, soprattutto, il periodo in cui nasceva il rock’n’roll, e tutti sappiamo ormai bene quanto esso abbia contribuito all’evoluzione della musica americana, bianca o nera che fosse.
Il CD contiene 14 brani, registrati in maniera tale che sembrino originali dell’epoca, con uno stereo-quasi-mono ed un reverbero tipico del periodo, con strumentazione fedele agli stili, fiddle, lap steel, acoustic bass, brush drums, ecc.
Pure la copertina è stata studiata tenendo conto di tali riferimenti: acconciature e vestiti che sembrano uscire dalla Nashville dei fifties…
La musica è spassosa, o hillbilly elettroacustico o country fortemente influenzato dal rockabilly. I brani sono stati ben selezionati, cercati col lumicino nelle più oscure discografie dei due decenni in questione, dando tuttavia spazio anche a pezzi un tantino più famosi, come per esempio Hey, Doll Baby già degli Everly Bros.
Di discutibile ho trovato solo la loro versione di Foggy Mountain Top, un quasi bluegrass che lascia intendere poca esperienza da parte loro nel genere.
Le registrazioni risalgono al 1993, e allora potevano contare su una line-up formata da basso, batteria, chitarra e lap steel, oltre naturalmente alle due voci femminili. Al Festival, se tutto va bene, anziché la lap steel avranno un fiddle, altrimenti si presenteranno in versione trio + voci, esattamente come l’amico tedesco li ha conosciuti, rimanendone particolarmente impressionato. Comunque vadano le cose, i ragazzi ci hanno garantito di farci ballare per tutta la durata del loro set. E dopo aver ascoltato questo Rhythm On The Ranch personalmente ne sono convinto!
Longhorn LHC 502 (Hillbilly Boogie, Rockabilly, 1994)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 28, 1995