The Turning Point è uno dei punti più alti della carriera di Tim Grimm, cantautore dell’Indiana con la passione per la recitazione e un profondo legame con la sua terra, quell’American Heartland che rappresenta una delle più fertili zone musicali, tra il Midwest e il Sud.
Una produzione di grande pregio la sua che ora viene arricchita da una serie di canzoni, undici, che mostrano quale sia il suo attuale livello di forma e quanto maturo sia il suo raccontare, per immagini e suoni, l’essenza della provincia americana.
A parte una versione superlativa del traditional Rovin’ Gambler e una toccante Family History firmata da Beth Lodge-Rigal, già collaboratrice di Carrie Newcomer, grande songwriter ed amica di Tim Grimm, il disco ci consegna una moderno troubadour che sa come destreggiarsi tra racconti autobiografici, esperienze personali e l’immaginario altamente poetico che evocano le small towns e la natura del nativo Indiana.
Forte è anche il legame affettivo con l’Olanda, Paese che ha visitato più volte e che gli ha permesso di proporre pienamente le sue doti. Anne In Amsterdam in cui comunica le proprie emozioni e i propri pensieri dopo aver visitato la casa di Anna Frank e The Turning Point, murder ballad ambientata nel seicento al confine tra Olanda e Germania, sono ispirate dai soggiorni nei Paesi Bassi e si candidano come highlights dell’album, così come le notevoli The Lake, King Of The Folksingers, Indiana, I Don’t Mind e The Canyon, lucidi esempi di un gusto per la melodia spiccato e di un’introspezione che pochi suoi colleghi possono vantare.
Assieme a grandi come Greg Brown e John Gorka, Tim Grimm rappresenta a mio parere quanto di meglio possa offrire il panorama della canzone d’autore negli Stati Uniti.
Cavalier CR 255610 (Folk Revival, Singer Songwriter, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013