Tish Hinojosa - Sign of Truth cover album

Ritorna questa cantautrice mex-americana a colmare un vuoto lungo quattro anni, tanti ne sono passati dal precedente Dreaming From The Labyrinth. In un’era dove si fa un gran parlare di multi-culturale e multi-etnico anche in campo musicale, ritroviamo un’antesignana della battaglia per l’integrazione dei latino-americani in Texas ed in tutti gli Stati Uniti. Campagna ed impegno sociale e civile portato avanti anche attraverso le sue canzoni. Se il suo pubblico è abituato a sentirla esprimersi in almeno due lingue, non è un vezzo per sottolineare l’eclettismo e l’esotismo della cantautrice. Premesso questo, noi l’ammiriamo e l’apprezziamo per le sue doti poetico-musicali, una delle voci più autorevoli della cultura tex-mex che non vuole morire, sparire, annientata dalla parte più forte economicamente e politicamente.
Sign Of Truth è un altro capitolo di questa personalissima voce che, anche in grazie di questa esigenza, ha mutuato un particolarissimo e sensibile stile espressivo. Le trasparenti mexican-roots di molte sue ballads non vengono snaturate dal contatto della musica texana, al contrario, quasi frutto di un riuscito ibrido, si irradiano di ulteriori colori, sapori e profumi. Al suo fianco troviamo il multistrumentista Marvin Dykhuis, Chip Dolan, tastiere, Rafael O’Malley, batteria, e Glenn Kawamoto, batteria, oltre ad una nutrita schiera di ospiti dove spiccano i nomi di David Grissom, chitarra elettrica, Joel Guzman (Axtec), accordion e piano, Lloyd Maines, pedal steel, Eamon McLaughlin, violino. Uno stuolo di strumentisti, arricchito anche da fiati e percussioni, che esalta le sue gradevoli e colorate ballate che cantano proprio il quotidiano di tutto quanto si trova a sud del Texas ed a nord del Messico, compreso l’amore come in Mona Lisa By The Rio Grande ed altre love songs.

Rounder 3172 (Singer Songwriter, 2000)

Tommaso Demuro, fonte Out Of Time n. 36, 2000

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