Se avete apprezzato i precedenti Zag Zig, Billy The Squild e Mother Heart nella sua fase più recente, basteranno poche note di Join The Jubilee per conquistarvi, per calarvi nelle dolci ed intimistiche atmosfere care a questo songwriter.
Come dice il sottotitolo Tom Chapin (figlio d’arte in quanto suo padre Harry Chapin è stato un grandissimo del cantautorato americano), si presenta dal vivo al Emelin Theatre in N.Y. assecondato dai suoi ‘friends’, che non sono altro che Jon Cobert alle percussioni, Michael Mark al basso e concertina, Eric Weissberg alla chitarra e dobro, Scott Ainsile al mandolino e banjo, per uno dei concerti più belli del suo periodo più recente.
Per quanto riguarda il CD in questione bisogna sottolineare come gli scarni arrangiamenti che rivestono le folk ballads di Chapin, non danneggiano le sue songs più belle, tutte presenti in questo lungo compact, ne esaltano anzi lo splendore, l’essenziale linea melodica sublimata in una solitaria dimensione acustica.
Le sue canzoni più belle dagli anni settanta ad oggi rivivono in veste nuova, la magia insita nelle sue composizioni, va equamente divisa tra vena poetica, cultura e sensibilità.
Tra le versioni più riuscite Seven Daffodils, una spettacolare versione di Dueling Banjos mai dimenticato brano reso famoso dal film Un Tranquillo Week-end Di Paura, Cat’s In The Cradle, il cavallo di battaglia di Tom, la bellissima e soave Join The Jubilee con Wandering Boy, tra le sue migliori composizioni di sempre.
La dimensione live esalta le principali doti di questo autore, quella ricetta di semplicità e purezza, con la quale sembra tanto bene identificarsi Chapin. Gli amanti della musica d’autore americana non dovrebbero farsi sfuggire questa perla nell’immenso panorama musicale statunitense: un’altra gemma da aggiungere alla vostra (e nostra) collezione.
Gadfly 214 (Singer Songwriter, 1996)
Tino Montanari, fonte Out Of Time n. 23, 1997