Tony Rice - Church Street Blues cover album

L’ultima volta che ho parlato di Tony Rice (Hi, Folks! n. 2) l’ho quasi accusato di immobilismo: forse i tempi erano maturi per una svolta, ma dopo Backwaters (Rounder 0167) questa brusca ‘virata’ spiazza un po’ tutti ed io mi trovo, tra i più, felicemente sorpreso.
Il fatto è che in quest’album troviamo un Tony Rice mai ascoltato: non si può nemmeno parlare di ritorno alle origini, badate bene, siamo ben distanti dai New South, da California Autumn ed anche dall”old time country music’ dell’album Skaggs & Rice. Qui ci si ispira a tre dei maggiori chitarristi flat-picking di tutti i tempi: Doc Watson, Norman Blake, Clarence White, per ammissione dello stesso Rice, con uno specifico ringraziamento nelle note di copertina. Dall’ascolto dell’album viene la conferma, basti citare la tradizionalissima House Carpenter o Cattle In The Cane e ancora Jerusalem Ridge.

Vogliamo ridefinire Tony Rice? Lasciatemi dire ‘folk singer’, visto che con voce e chitarra tiene banco ‘solo’ per quasi tutto l’album (in alcuni brani accompagnato dalla chitarra ritmica del fratello Wyatt) ed anche grazie al ripescaggio di brani come l’immortale Last Thing On My Mind o di Streets Of London (sì, proprio quella di Ralph McTell) ma soprattutto grazie allo stile. Tony Rice non ha bisogno di copiare, non l’ha mai avuto, ma nel produrre questo Church Street Blues, voce e chitarra, seguendo una matrice decisamente tradizionale, non ha saltato a pie’ pari chi questo lo ha fatto per anni.

Non aspettatevi, ascoltando l’album, di riconoscere un passaggio di questo o un idea di quello, è la filosofia, la musicalità di questi grandi che ha ispirato il nostro. Il tutto è amalgamato e fuso perfettamente, una miscela meravigliosa, una ricetta che porta, e non poteva essere diversamente, ad un prodotto decisamente godibile.
Ciò dimostra ancora una volta, la grande capacità di Rice non di copiare ma di assorbire, così come era avvenuto per David Grisman, lo spirito della musica, e di produrre poi qualcosa di unico ed originale. Qui questo avviene per lo stile, ovviamente, ed il mio consiglio non può essere che uno solo: ascoltatelo e, dopo, quando vi verrà il dubbio su dove riporlo tra i vostri LP, fategli un po’ di spazio, se non lo avete già fatto, tra i grandi chitarristi.

Sugar Hill SHR-3732 (Singer Songwriter, Country Acustico, 1983)

Daniele Bovio, fonte Hi, Folks! n. 5, 1984

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